A Racconigi i profughi giuliano-dalmati sono ospitati nel Castello Reale dove il sovrano Ordine di Malta sistema "alcuni locali in favore dei profughi giuliano-dalmati" [ASCn, Fondo Prefettura]. Le prime presenze risalgono al 1947 quando, come si legge in una nota dell’Ente Comunale di Assistenza di Racconigi, "nelle scuderie del Castello ex Reale" [ASCn, Fondo Prefettura] sono alloggiate due famiglie di profughi (in totale sei persone) provenienti da Veglia e da Zara. Entrambe vivono in condizioni misere sia dal punto di vista economico (l’ECA fornisce loro un sussidio che ammonta a Lire 20 per il capofamiglia e 17 Lire per la moglie) che da quello alloggiativo. Emblematica in tal senso è una lettera inviata dal capofamiglia zaratino all’Ufficio Provinciale di Assistenza Post Bellica, nel settembre 1949 al fine di ottenere il pagamento "dei biglietti ferroviari per sé, la moglie e i due figli minori e per il trasporto delle masserizie da Racconigi a Bolzano" [ASCn, Fondo Prefettura] dove esso intende trasferirsi con la famiglia che, fino a quel momento ha vissuto "in locali di fortuna al Castello di Racconigi senza mobili, ma solamente con quattro materassi, una stufa, una cucina economica, e alcune casse con biancheria, coperte e indumenti, unici averi che solo gli fu concesso di portare con esso." [ASCn, Fondo Prefettura] Il 29 settembre del 1949, l’Ufficio Provinciale di Assistenza Post Bellica di Cuneo, comunica al sindaco di Racconigi che esso "provvederà a rilasciare i biglietti ferroviari al profugo in oggetto quando egli farà conoscere la data in cui potrà recarsi a Bolzano." [ASCn, Fondo Prefettura].