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Albergo Mondariso (Ente Nazionale Risi), piazza Ernesto Zumaglini, 1, Vercelli

Arrivati in città i profughi giuliano-dalmati trovano ospitalità all'interno del vecchio palazzo dell'Ente Risi (meglio conosciuto dai vercellesi con la denominazione di Mondariso), un caseggiato a pochi metri dalla stazione ferroviaria, tradizionalmente utilizzato per ospitare le centinaia di mondine che durante la stagione della monda si riversano nelle cascine del vercellese.

Impiegato fino al settembre 1946 per ospitare e prestare soccorso ai reduci della seconda guerra mondiale in transito a Vercelli, il Mondariso diventa, in concomitanza dell'arrivo in città dei primi nuclei di profughi giuliano-dalmati, una struttura destinata ad accoglierli prestando loro soccorso ed assistenza. Operazioni di cui si fa carico la prefettura di Vercelli che, dopo aver richiesto all'Ente Risi (proprietario dello stabile) l'autorizzazione all'utilizzo dei locali, assicurando che gli stessi "saranno restituiti in perfetto ordine" [ASVc, Assistenza: profughi, 1947], si impegna a rendere operativa la struttura disponendone all' interno brande, materiali lettericci, pagliericci e coperte di lana, in gran parte fornite dal Presidio Militare di Vercelli.

Il Mondariso diventa dunque per molti profughi il primo contatto con la realtà vercellese: è infatti in queste camerate, fredde e impersonali, che essi, tra letti a castello, materassi di paglia e coperte sparse, attenderanno il loro destino venendo raccolti, controllati e nutriti, prima di essere smistati nelle loro definitive località di destinazione.

Testimonianze

Noi qui a Vercelli abbiamo fatto un mese e poi ci hanno trasferito a Lenta. A Vercelli [siamo ... [Leggi tutto]
Noi qui a Vercelli abbiamo fatto un mese e poi ci hanno trasferito a Lenta. A Vercelli [siamo andati] all’Ente Risi. L’Ente Risi era una grande casa che lì all’estate venivano le mondine e stavano lì in attesa di essere destinate per le cascine. Noi siamo rimasti lì per un mese. Era un campo profughi: noi al mattino andavamo a fare colazione, a mezzogiorno andavamo a mangiare e alla sera andavamo a mangiare. E alla sera quando era ora di andare a dormire si andava a dormire. Ognuno aveva il suo letto: le donne da una parte, gli uomini dall’altra. Le stanze da una parte erano adibite a donne, quelle dall’altra [parte] agli uomini, e c’era un corridoio che divideva. [Ed] era pieno! Adesso quanti [eravamo] non lo so, ma ce n’era tanti, davvero.
Giovanni R.
A Vercelli siamo arrivati al pomeriggio e ci hanno raccolto in un istituto che venivano le mondine, ... [Leggi tutto]
A Vercelli siamo arrivati al pomeriggio e ci hanno raccolto in un istituto che venivano le mondine, quelle che arrivavano dai paesi [per la monda]. Siamo arrivati alla stazione e, sempre alla stazione, il vicevescovo ci ha accettati benissimo in sto palazzo. Perché non era un capannone, era un caseggiato per la raccolta della gente che veniva a mondare per poi smaltirle nelle cascine dove dovevano andare. E lì siamo stati otto giorni circa. Era un palazzo normale, e dentro c’era delle brande messe in stanzoni, messo come un dormitorio. Dormivamo tutti insieme nelle stanze grandi e ci portavano anche da mangiare loro. Ma poi, dato che lì non c’era più posto, siamo andati a Varallo. Non tenerci tanto lì, e ci hanno mandato - noi e quelle poche famiglie che eravamo arrivate lì - a Varallo Sesia.
Pietro S.

Riferimenti archivistici

 Archivio di Stato di Varallo (ASV), Fondo Pubblica sicurezza, Registri, Disegni, categoria Opere pie e beneficienza, Mazzo 18, Fascicolo II, Statistiche ed elenchi di profughi e sfollati che percepiscono e richiedono il sussidio governativo, 1916-1947
 Archivio di Stato di Vercelli (ASVc), Fondo Ufficio provinciale di assistenza post-bellica, Mazzo 71, Fascicolo II, Statistica profughi. Immigrazione ed emigrazione, 1948-1949
 Archivio di Stato di Vercelli (ASVc), Fondo Ufficio provinciale di assistenza post-bellica, Mazzo 33, Fascicolo V, Profughi Venezi-Giulia: trasferimenti
 Archivio di Stato di Vercelli (ASVc), Fondo Prefettura, Gabinetto, Parte II 1945-1980, Mazzo 189, Assistenza: Profughi, 1947

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