Il 24 marzo 1950, l'ECA di Torino assume la gestione di parte dei locali (tre padiglioni) del complesso delle Casermette funzionali di Rivoli, da utilizzare come ricovero delle famiglie ospitate nella demolenda ex scuola elementare Torquato Tasso, sita in piazza San Giovanni 15 a Torino.
Nel complesso di Rivoli, come si legge in un comunicato a firma del presidente dell'ECA, potranno trovare ospitalità "esclusivamente le persone che risultano iscritte al registro della popolazione di Torino e che si trovano alloggiate, alla data del 23 marzo 1950, nella scuola Torquato Tasso", escludendo così "i loro familiari" che, pur avendo la propria residenza presso la scuola Tasso, "in essa, in effetti, non hanno mai abitato o, comunque, vi hanno abitato sporadicamente" [ASCR, Alloggiamento Profughi alle Casermette].
Il comunicato, distribuito alle famiglie che si apprestano a entrare nei nuovi alloggiamenti, rende inoltre note alcune norme comportamentali che esse sono chiamate ad osservare nei nuovi spazi, all'interno dei quali "sarà vietato modificare lo stato attuale delle opere in muratura, occupare senza autorizzazione un posto diverso da quello assegnato, gettare immondizie in luogo diverso da quello appositamente attrezzato" la cui pulizia, così come quella di "gabinetti, lavandini, corridoi, cortili e tutto quanto è di uso comune, deve essere effettuata dalle famiglie alloggiate nelle Casermette". Chi contravverrà a tali dettami, conclude il comunicato, "sarà senz'altro dimesso dall'alloggiamento" [ASCR, Alloggiamento Profughi alle Casermette].
Dopo aver acquisito i locali e stilato una normativa deputate a regolarne il funzionamento, l'ECA si occupa di stilare un rapporto sulla situazione dell'alloggiamento i cui risultati sono resi noti il 28 marzo 1950. A tale data il complesso ospita 157 nuclei familiari, per un totale di 719 persone (tra cui si trovano anche 210 minori, 109 maschi e 101 femmine), una parte delle quali è costituita da profughi giuliani, dimessi dai centri di raccolta profughi e già beneficiari del premio di esodo. Il 5 novembre del 1951 l'ECA promuove un nuovo censimento, che evidenzia una riduzione delle presenze rispetto all'anno precedente: 109 famiglie per un totale di 475 persone. La diminuzione degli ospiti va ricondotta all'assegnazione a 58 nuclei familiari di alloggi INA-CASA Fiat. Il passaggio non è lasciato al caso, dal momento che la grande fabbrica automobilistica torinese, entra a far parte della vita di molte famiglie residenti nella struttura di Rivoli: infatti già nel settembre del 1950, la gran parte dei capi famiglia è impiegata presso lo stabilimento che, nel novembre dell'anno successivo dà lavoro a 76 di essi.
All'interno della struttura sono presenti una serie di servizi rivolti principalmente ai bambini che, per carenza di locali, non possono frequentare le scuole elementari di Rivoli. Diventa così necessario individuare all'interno delle Casermette un luogo idoneo a poter ospitare 104 alunni (56 maschi e 48 femmine): la scelta cade su uno spazio precedentemente utilizzato dai militari come sala cinematografica che, dopo aver ottenuto l'approvazione del provveditorato, è inaugurato come locale scolastico l'8 gennaio 1951. Oltre alla scuola, il complesso ospita anche un asilo nido in collegamento diretto con il consultorio materno di Rivoli, delle cui prestazioni possono godere anche gli ospiti delle Casermette. A Rivoli si svolgono anche attività ludiche e ricreative coinvolgenti principalmente i bambini, in favore dei quali sono organizzati gite e pranzi festivi, come ad esempio accade il 6 gennaio del 1951, quando in occasione della befana, l'ECA offre a 60 bambini di età compresa tra i sette e i dodici anni alloggiati nella struttura un pranzo all'Albergo Tre Re di Rivoli che, secondo quanto afferma un resoconto dell'iniziativa redatto dall'Ente, si svolge "tra la gioia dei piccoli convitati che si sono dimostrati educati e disciplinati" [ASCT, Fondo ECA]. Una pratica ripetuta anche l'anno successivo, quando l'Ufficio provinciale di Torino per l'amministrazione e per gli aiuti internazionali informa l'amministrazione comunale di Rivoli di voler organizzare "per le feste natalizie, un pranzo sociale per i fanciulli più indigenti", devolvendo la cifra di "400 Lire pro capite" e invitando a partecipare all'evento"cinquanta fanciulli poveri" ai quali, a fine pranzo, saranno distribuiti anche "un piccolo panettone, un sacchetto di prodotti Venchi-Unica ed un pieghevole a colori". [ASCR, Pranzo Natalizio Bambini Poveri ]
Un clima di solidarietà che non sembra invece permeare gli ambienti dell'amministrazione comunale, che per mano di una lettera inviata il 7 aprile 1950 dal primo cittadino al sindaco di Torino, lascia trasparire la linea che il comune intende perseguire nei confronti dei profughi trasferitisi "dalla scuola Tasso di Torino nelle Casermette funzionali site in corso Susa a Rivoli". [ASCR, Alloggiamento Profughi alle Casermette]
Dopo aver affermato che i nuovi arrivati continueranno a far parte "del registro della popolazione di Torino" senza quindi essere inseriti "nel registro della popolazione stabile di Rivoli", il sindaco si sofferma sulle spese che l'amministrazione comunale è chiamata a sostenere per il sostentamento dei profughi, evidenziando come la fornitura dell'acqua "sarà addebitata al comune di Torino", che si farà anche carico di "espletare il servizio sanitario". Infine, conclude il sindaco, i profughi disoccupati non potranno essere iscritti "all'Ufficio di collocamento di Rivoli, ma dovranno mantenere l'iscrizione a quello di Torino". [ASCR, Alloggiamento Profughi alle Casermette]
Il 12 marzo 1951, il generale comandante Guido Pialorsi informa il presidente dell'ECA che "le inderogabili esigenze dell'amministrazione militare, impongono di riavere la piena disponibilità di tutto l'immobile entro il 30 aprile 1951" [ASCT, Fondo ECA]. Per il complesso di Rivoli è dunque prossima la smobilitazione che avviene il 31 gennaio 1952, data entro la quale la totalità dei nuclei familiari residenti viene trasferita altrove: a 38 famiglie, per complessivi 168 componenti sono assegnati dei locali presso il V Padiglione delle Casermette di Borgo San Paolo, mentre per altre 61 (279 persone), decisamente più fortunate, si aprono le porte degli alloggi INA-CASA Fiat. Restano fuori dall'assegnazione gli scapoli e le famiglie meno numerose: circa 250 persone che l'ECA intende trasferire presso le Casermette di Borgone di Susa.