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Case popolari per profughi giuliani, Asti

Il 12 novembre del 1954 l’Istituto Autonomo per le case Popolari della Provincia di Asti, invia al ministero dei Lavori Pubblici, all’Ufficio del Genio Civile di Asti e al prefetto una lettera contenente la descrizione del programma per la costruzione di abitazioni di edilizia popolare da attuare nel 1955, che prevede la costruzione di "alloggi a carattere popolare nelle aree di via Ventura e viale dei Partigiani". Le abitazioni, il cui utilizzo sarà concesso agli inquilini in affitto esonerandoli "da locazioni con patto di futura vendita", dovranno ospitare le famiglie ancora abitanti nelle caserme e nei locali di proprietà demaniale, per i quali è previsto uno sgombero in tempi brevi. Si tratta di un passaggio che si inserisce all’interno del massiccio programma di edilizia popolare portato avanti dall’Istituto Autonomo per le Case Popolari (IACP) astigiano che tra il 1953 e il 1956 edifica sul territorio cittadino 117 alloggi (42 nel triennio 1953-1955, e 75 nel biennio 1955-1956 con una spesa, rispettivamente, di 70 e 140 milioni di Lire).

Il numero piuttosto esiguo di profughi giuliani arrivati sul territorio astigiano e la mancanza di un preciso punto di raccolta destinato ad ospitarli, costituiscono elementi che da un lato tendono a favorire una loro progressiva dispersione nello spazio cittadino e provinciale, dall’altro sembrano non giustificare, come avviene invece in altre località della regione, la creazione di un vero e proprio quartiere giuliano-dalmata. E’ però ipotizzabile che parte delle famiglie dei profughi giuliani giunti ad Asti, abbiano potuto beneficiare dell’assegnazione di abitazioni popolari. Un’affermazione che sembra trovare riscontro in una lettera datata 10 settembre 1955 con la quale la Prefettura di Asti rende nota al comune la necessità di "destinare ai profughi giuliani fabbricati a carattere popolare", in conformità con quanto stabilito dalle disposizioni contenute nella "legge numero 137 del 4 marzo 1952, sull’assistenza a favore dei profughi" [ASAt, Fondo Prefettura]. Il programma di edilizia popolare attuato dallo IACP tra il 1953 e il 1956 non sembra comunque aver risolto il problema dello sgombero delle caserme che "risulta soltanto parzialmente attuato".

Tra il 1957 e il 1958 lo IACP astigiano avvia dunque la costruzione di altre 30 unità abitative in regione Torretta (per un ammontare complessivo di 75 milioni di Lire) e di altre case in via Grassi, in Borgo San Rocco, sostenendo una spesa di 25 milioni di Lire.

Testimonianze

L’INA CASA, qua [in via Volta] ha costruito delle case, e [questa casa] l’hanno data a me perché ... [Leggi tutto]
L’INA CASA, qua [in via Volta] ha costruito delle case, e [questa casa] l’hanno data a me perché ero profuga. Ho fatto domanda e me l’han data.
Maria D.
Noi siamo riusciti ad avere le case popolari, qui alla Torretta, e la maggioranza erano tutti ... [Leggi tutto]
Noi siamo riusciti ad avere le case popolari, qui alla Torretta, e la maggioranza erano tutti meridionali e probabilmente noi arrivando lì con gli altri meridionali, con i siciliani una cosa e l’altra ci siamo integrati bene. Sono case popolari, quelle lì che prendevi a riscatto. Le hanno fatte al quartiere Torretta e le prime case popolari che han fatto le han fatte lì. Però la maggioranza, ancora adesso, sono tutti meridionali, siciliani e calabresi. Quindi, probabilmente, stando lì insieme a questa gente qui ci siamo integrati bene. La casa mio papà l’ha avuta nel ’66-’67, in quanto profugo, però a riscatto, eh!
Giuseppe S.

Riferimenti archivistici

 Archivio di Stato di Asti (ASAt), Fondo Prefettura, Affari Generali, Categoria III, Cartella 217, fascicolo 1.13.1/13, Indagini statistiche indigenti abitanti in baracche, grotte, trulli ed altri ricoveri.
 Archivio di Stato di Asti (ASAt), Fondo Prefettura, Affari Generali, Categoria XXIII, Cartella 348, fascicolo 1.23.7. Istituto case popolari, Edilizia Popolare.
 Archivio Comunale di Asti (ACAt), Fondo ECA, Cartella19, Edilizia popolare.

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