Stampa

"Il piano per eliminare le «casermette»", «La Stampa», 28 ottobre 1966 del 28/10/1966

La nuova Giunta di centro-sinistra, presieduta dal sindaco professor Grosso, ha cominciato stamane la sua attività. La riunione si è aperta verso le 8 con la firma per le deleghe per gli incarichi ai nuovi assessori. Nessun mutamento rispetto a quanto già si conosce: vicesindaco e legale on. Secreto; prosindaco turismo e comunicazioni Panni; edilizia privata, stato civile e cimiteri prof. Garabello; lavori pubblici ingegner Porcellana; patrimonio onorevole Geuna; aziende municipalizzate dottor Dotti; annona rag. Costamagna; istruzione e gioventù dottor Lucci; assistenza sociale signora Sibille; personale, uffici demografici ed elettorali professor Mina; lavoro e problemi sociali avv. Guglielminetti; economato avv. Dezani; bilancio e programmazione senatore Magliano; imposte e tasse dottor Benzi; servizi tecnologici dottor Nobile; urbanistica prof. Astengo; igiene e sanità prof. Malan; viabilità e polizia Carli.
La Giunta ha poi affrontato le prime delibere da presentare in Consiglio. Tra i provvedimenti di maggior rilievo, la soppressione degli alloggiamenti dell'ECA alle Casermette di Borgo San Paolo, in via Savigliano, via Montecorno, strada Druento, via Verdi, via Taggia e via Montevideo. Il piano per cancella re dalla città queste "bidonville" è pronto: si comincerà nella seconda quindicina di novembre. Riguarda 507 famiglie, per un totale di 2.342 persone che vivono in abitazioni precarie e malsane.
"Siamo lieti - ci ha dichiarato il sindaco prof. Grosso - di aver già potuto sottoporre alla Giunta come primo atto le conclusioni di un'operazione ampiamente preordinata, attraverso riunioni che ho presieduto io stesso e che hanno impegnato gli assessori all'assistenza, all'istruzione e ai lavori pubblici. Credo che quando l'operazione sarà compiuta, potremmo veramente dire di aver cancellato una grave ombra dalla nostra città".
La data di questa "azione di bonifica" non è stata resa nota per evitare che nel frattempo schiere di abusivi prendano dimora nelle baracche con la speranza di ottenere anch'essi una migliore sistemazione. Alle Casermette di Borgo San Paolo, ad esempio, da quando è stata annunciata l'evacuazione sono arrivate altre quindici famiglie. Ad ogni modo, il piano del Comune sarà attuato dopo il 15 novembre. Stamane sono state consegnate agli abitanti delle Casermette di Borgo San Paolo 260 ordinanze di sgombero entro il 14 di quel mese. L'avviso municipale parla di "strutture insufficienti e pericolanti, di case che non possiedono i requisiti necessari per essere ritenute abitabili."
Come si svolgerà l'operazione? Il programma prevede un interevento graduale nel corso di alcuni giorni. Il Comune ha già stanziato 10 milioni per 500 trasporti di masserizie. Le Casermette di Borgo San Paolo, appena libere, saranno restituite all'autorità militare; gli edifici di via Taggia verranno occupati dagli uffici dell'annona; per il casermone di via Verdi sono in corso trattativa tra l'Università, che intende costruire un'altra sede delle Facoltà umanistiche e il demanio militare. Gli altri stabili saranno resi "inservibili" in attesa della loro nuova destinazione o dell'impiego del terreno. Gli inquilini delle baracche sgomberate, verranno sistemati in alloggi del Comune in via Artom (zona di Mirafiori) e altre zone, e in 65 appartamenti costruiti dalle Gescal (Gestione case per lavoratori). "Non abbiamo ancora risolto - ci ha detto l'assessore signora Sibille - il problema delle persone sole ed anziane. Quanto agli abusivi, cioè quelli entrati in quest'ultimo tempo, non possiamo metterli alla pari con gli altri e fornire loro subito un alloggio."
La Giunta ha approvato anche la graduatoria per l'assegnazione dei 620 appartamenti municipali già messi a concorso e l'acquisto di parte di uno stabile in via Basilica 5. "L'abbiamo comprato per salvarlo - ci ha detto il sindaco - la facciata è del Juvarra. Non abbiamo ancora deciso la destinazione".