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"Campo profughi", «La voce del Popolo», 4 aprile 1947 del 04/04/1947

Non è una dicitura, che sa di famiglia, questa; anzi, sa stranamente e dolorosamente di battaglia, e uno si immagina di ritrovare qui gli ultimi avanzi degli eserciti. Invece il campo profughi è un brulicare di famiglie, una comunità organica, dei bambini nascono e crescono, vicende si intrecciano; ma tutto con un senso di incompleto e provvisorio, che stringe il cuore.
Sono dunque arrivate al Campo Profughi anche le famiglie istriane, i polesani, i giuliani, delle terree che sono rimaste, per il trattato, fuori dei confini d'italia. Sono arrivate qui per amore all'Italia, fidando nel soccorso e nella comprensione dei fratelli: saran rimasti piuttosto delusi, penso.
Lasciar la terra, la casa, le qualsiasi quattro mura che hanno ospitato i momenti più dolci e intensi della vita, gli oggetti così familiari oramai agli occhi e al cuore, da parer quasi animati, è uno strazio profondo. Pure sono partiti, incerti e pieni tuttavia di speranze, quasi alla ventura; sono arrivati al campo profughi. Gli uomini, forse, girano tutto il giorno in cerca di lavoro, e basta loro intanto aver assicurato un tetto e un giaciglio. Ma per le donne, quegli stanzoni freddi, grigi, impersonali, i lunghi corridoi della caserma, quel nudo vivere con lo spazio contato, continuano il dolore e il disagio, che le ha accompagnate da quando hanno lasciato il loro paese. Vogliamo aiutare le donne, le innocenti famiglie a farsi a sentirsi intorno un po' di calore?
Vogliamo dare loro quel po' di collaborazione e comprensione che permetta loro si superare il senso di miseria e di provvisorietà in cui le ha gettate l'esilio?
Non c'è bisogno di costituire commissioni e comitati: il gruppo giovanile della sezione ha lanciato un appello inteso a raccogliere fondi per l'assistenza ai profughi; credo che noi donne vorremmo affiancar l'iniziativa, occupandoci, quelle di noi che hanno il tempo disponibile, di visitare e distribuire e consolare, in unione alle organizzazioni (Carità del Vescovo, C.I.F.) che già operano; tutte donando qualcosa in denari, o indumenti o utensili o suppellettili domestiche; tutto può servire a dare l'apparenza d'una casa e un minimo di conforto alle donne istriane e giuliane.