Biografia di Alfredo Di Dio Emma
04/07/1920, Palermo (PA), Italia
12/10/1944, Gola di Finero, Italia
Alfredo Di Dio nasce a Palermo il 4 luglio 1920. Il padre, brigadiere di pubblica sicurezza, è trasferito a Cremona dove Alfredo e il più giovane fratello Antonio, che ne seguirà le orme prima negli studi e poi durante la Resistenza, hanno la possibilità di studiare. Già affermato campione di scherma, viene ammesso all’Accademia militare di Modena da cui uscirà nel 1941 con il grado di sottotenente. Dapprima assegnato al 1° reggimento carristi di Vercelli come istruttore, è poi promosso tenente ed assegnato al 1° reggimento fanteria corazzata. L’8 settembre 1943, di fronte all’inerzia dei comandi superiori, a cui peraltro Di Dio inizialmente si rivolge cercando a Novara una guida per l’organizzazione della Resistenza contro i tedeschi, non esita a prendere saldamente in mano la situazione. Insieme ad un gruppo di compagni, con il nome di battaglia di “Marco”, si muove prima a Cavaglio d’Agogna, dove è raggiunto dal fratello Antonio sfuggito a Parma ai fascisti, e poi in Valstrona, dove forma la prima banda partigiana, unendola, nel dicembre del 1943 a quella del “Capitano” Beltrami e assumendone insieme a lui il comando, grazie anche alle competenze tecniche dovute alla sua formazione da militare di carriera. Dopo alcune azioni riuscite brillantemente, come ad esempio uno scambio di prigionieri andato a buon fine nel novarese, Di Dio è arrestato mentre si reca a Milano per richiedere finanziamenti al CLN. In carcere viene a sapere della morte di Beltrami e del fratello, il 13 febbraio 1944. Uscito di prigione riorganizza le bande partigiane nella brigata alpina d’assalto “Filippo Beltrami”, poi trasformata in divisione “Val Toce”, aggregata alle Fiamme Verdi, di orientamento cattolico e protagonista della liberazione dell’Ossola. Il 12 ottobre 1944 Di Dio, insieme al colonnello Attilio Moneta e all’ufficiale canadese Patterson, cade vittima di un’imboscata in Val Cannobina: si salverà il solo Patterson, arrestato e poi trasferito a San Vittore da cui sarà liberato il 25 aprile. Nel 1947 l’Università di Pavia, alla quale Di Dio era iscritto, gli conferisce la laurea “ad honorem”, mentre a Cremona è stata intitolata alla memoria dei fratelli siciliani la storica Accademia d’armi “Alfredo e Antonio Di Dio Emma”. Ad Alfredo Di Dio, divenuto simbolo, insieme al fratello, del valore dei militari cattolici meridionali che hanno fatto propri gli ideali della Resistenza, è stata conferita la medaglia d’oro al valor militare alla memoria con la seguente motivazione: “Ufficiale dell’Esercito in s.p.e., fin dal primo giorno della resistenza fu alla testa del proprio reparto nell’accanita battaglia contro l’oppressore. Organizzò i primi nuclei partigiani e con magnifico ardimento li condusse nell’impari lotta attraverso una serie di audaci imprese. Catturato dal nemico, con sdegnosa fierezza subì i duri interrogatori e, riuscito a farsi liberare, temerariamente riprese il suo posto di combattimento partecipando alle operazioni che, attraverso lunghi mesi di sanguinosa lotta, portarono alla conquista della Val d’Ossola. In questo primo lembo d’Italia valorosamente conquistato resistette per quaranta giorni con i suoi uomini stremati, affamati e male armati contro forze nemiche di schiacciante superiorità, finché con le armi in pugno incontrò eroica morte alla testa dei suoi partigiani”.
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