Biografia di Tullia De Mayo
13/07/1922, Napoli (NA), Italia
28/05/2001, Cuorgné (TO), Italia
Appartenente a una famiglia antifascista e partigiana (il padre Tullio, di origini palermitane, è comandante di polizia della 47a brigata Garibaldi e poi della 3a brigata autonoma Matteotti, e cadrà durante la lotta di Liberazione; il fratello Claudio, nato a Napoli, sarà riconosciuto patriota per l’attività svolta con la 24a brigata SAP), dopo l’8 settembre De Mayo convince i soldati di stanza a Cuorgné a darsi alla macchia e collabora a organizzare lo spostamento in montagna. Dal settembre al dicembre 1943 è “collaboratrice e informatrice” delle prime bande partigiane; dall’inizio del 1944 fino a maggio è “propagandista e guida”; successivamente, e fino alla Liberazione, dirige l'infermeria partigiana di Forzo, frazione di Ronco Canavese, in Valle Soana, nelle file della 47a brigata Garibaldi. Durante la Resistenza conosce il comandante di distaccamento dalla 49a brigata Garibaldi, Vincenzo Viano, che diventerà il suo compagno di vita. De Mayo contrae la tubercolosi durante i mesi in montagna, e nel settembre del 1944 è costretta a un periodo di convalescenza, in clandestinità, a Torino. La malattia si aggraverà: affetta anche da neurite ottica, nel tempo rischierà la cecità. Nel dopoguerra tale invalidità le impedirà di lavorare. Le sarà riconosciuta la qualifica di partigiana combattente invalida.
Dopo la guerra la vita di De Mayo e Viano non è facile, poiché lui è già sposato e ha una figlia. Oltre ai problemi personali ci sono quelli politici: entrambi militanti del PCI, Viano, che sarà presidente dell’ANPI di Cuorgné, sconta alcuni mesi di carcere perché nel 1951, richiamato alle armi per la crisi di Trieste, rifiuta di presentarsi dichiarandosi partigiano della pace. La militanza politica lo ostacola anche sul lavoro: licenziato nel 1957 dall’azienda Trione di Cuorgné, diventerà poi cantoniere del comune. Viano è anche segretario della sezione locale del PCI, al quale è iscritta anche De Mayo, che nel 1970 diviene consigliera comunale di Cuorgné. In quegli anni Tullia fonda anche un collettivo di recitazione, intitolandolo “Che Guevara”.
Dopo la fine dell’esperienza politica nel PCI, i due partigiani si iscrivono a Rifondazione Comunista (Viano passerà poi ai Comunisti Italiani e nel 2001 si candiderà alle elezioni comunali).
Poetessa e scrittrice, attiva nell’ANPI, De Mayo scrive con il compagno Il prezzo della libertà, resoconto dell’esperienza partigiana. Dalle sue opere poetiche il regista Gianfranco Brazzarola ha tratto nel 2002 lo spettacolo teatrale dal titolo Ancora grido il mio credo nell'uomo.
Muore a Cuorgnè il 28 maggio 2001.
Note: Inserimento e revisione redazionale della scheda biografica a cura di Barbara Berruti.
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