Biografia di Antonio Grossi
01/01/1921, Altavilla Irpina (AV), Italia
05/11/2011, Firenze (FI), Italia
Primo dei sei figli di un mutilato della Grande Guerra, di famiglia molto povera, Antonio Grossi nasce in realtà alla fine del dicembre del 1920, ma viene dichiarato all’anagrafe solo all’inizio dell’anno successivo, come era allora pratica diffusa al fine di ritardare il servizio militare. Negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza studia e fa apprendistato presso un sarto del paese in cui vive. Nonostante le gravi difficoltà della famiglia – difficoltà che nel 1924 hanno spinto il padre di Grossi a non rinnovare la tessera del partito per mere ragioni economiche, facendogli rischiare, in piena crisi Matteotti, di essere considerato un sovversivo – Antonio studia e frequenta le scuole medie e le magistrali ad Avellino. Nel 1939 si diploma come maestro e parte per la Libia, destinato a insegnare italiano alle popolazioni dei territori coloniali. Per alcuni mesi lavora a Cufra, ma è costretto a rimpatriare prima della conclusione dell’anno scolastico poiché ha contratto il tifo. Tornato in Italia, si iscrive all’università, ma nel frattempo è scoppiata la seconda guerra mondiale. Grossi si arruola volontario e ritorna in Africa settentrionale, partecipando alle battaglie di Tobruch ed El Alamein nelle file del 61° reggimento fanteria "Sicilia" della divisione Trento. Nel novembre del 1941 è provvisoriamente rimpatriato perché affetto da pleurite; nel luglio dell’anno successivo, già rientrato al reparto (allora di stanza in Trentino) e conseguito il grado di sergente, supera, come la futura moglie, il concorso magistrale. Frequenta quindi la scuola ufficiali di Napoli e consegue il grado di sottotenente; è poi inviato a Pavia e a Torino, dove si trova all’8 settembre 1943. Inizialmente si sbanda e si nasconde nel capoluogo piemontese, ma presto inizia una collaborazione con il clandestino Comitato Autonomo di Redenzione, che nel novembre 1943 lo infiltra presso il carcere giudiziario militare . Vi resta fino al giugno 1944, quando va in montagna e adotta il nome di battaglia “Vittorio”. È aggregato alla 48ª brigata Garibaldi “Dante Di Nanni”, distaccamento “Attilio”. È comandante di distaccamento, poi vicecomandante di battaglione e infine capo di stato maggiore. Si occupa perlopiù della sussistenza e organizza il sistema di distribuzione delle risorse alimentari nell’area di Alba, in accordo con contadini e allevatori. Nell’agosto 1944 si salva dall’eccidio di Cerequio La Morra (CN), durante il quale vengono fucilati molti partigiani del distaccamento Attilio e della brigata autonoma Bra. Successivamente prende parte alla liberazione e alla repubblica di Alba. Aiutato e protetto dai contadini durante il duro inverno del 1944-45, partecipa alla liberazione delle Langhe e di Torino nella primavera del 1945. È riconosciuto partigiano combattente e, all’atto del riconoscimento, chiede il passaggio nelle file dell’esercito regolare.
Note: Inserimento e revisione redazionale della scheda biografica a cura di Barbara Berruti.
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