Banca dati del Partigianato meridionale

Biografia di Nicola Monaco

 19/04/1924, Sacco (SA), Italia
 31/03/1945, Albano Stura (CN), Italia

Nicola Monaco nasce a Sacco, nell’entroterra salernitano, da un piccolo proprietario terriero e una casalinga; è il secondo di quattro figli, due femmine e due maschi, ma il fratello più piccolo muore in giovane età. Per permettere a Nicola di studiare, il padre si arruola come volontario, presumibilmente durante la guerra d’Etiopia. Monaco è chiamato alle armi al compimento dei 18 anni, mentre frequenta, a Napoli, l’ultimo anno di ragioneria. Negli anni delle scuole superiori vive nel capoluogo campano, a casa del cugino Raffaele, che tempo dopo condividerà con lui l’esperienza resistenziale.
Nicola è assegnato prima al 54° reggimento fanteria “Novara”, impiegato sul fronte occidentale, e poi al 259° reggimento della divisione “Murge”, di stanza in Jugoslavia e praticamente distrutto nella battaglia della Neretva (febbraio 1943) contro l’Esercito di Liberazione jugoslavo. All’8 settembre, per ragioni non pienamente ricostruibili, forse relative alla riorganizzazione del reggimento, è in Piemonte.
Alla macchia nelle Langhe, entra nelle prime formazioni autonome. Nel giugno del 1944 è aggregato alla II divisione Langhe, con il nome di battaglia di “Nicola”. Comanda un distaccamento nella zona di Rocca Cigliè (CN) e poi partecipa alla liberazione di Alba. Nell’ottobre dello stesso anno è inquadrato nella I divisione Langhe. È catturato in azione nel marzo 1945, nei pressi di Piozzo (CN). Viene interrogato e torturato, ma non fornisce informazioni (secondo un’annotazione della scheda del Ricompart rifiuta di “dare notizie circa l’ubicazione dei magazzini dell’intendenza”). È ucciso da reparti repubblicani – la 2a compagnia di un battaglione dei Granatieri di Sardegna, comandata dal sottotenente palermitano Attilio Rizzo – il 31 marzo 1945 presso il “casone vecchio” di via Morozzo a Sant’Albano Stura.
Gli verrà conferita la medaglia d’oro al valor militare, con la seguente motivazione: «Accorreva tra i primi nelle file partigiane partecipando a numerose e rischiose imprese. Volontario in una azione di estrema importanza e del massimo rischio, circondato da forze soverchianti, resisteva sino all'esaurimento delle munizioni. Catturato, suscitava l'ammirazione del nemico che gli concedeva l'onore delle armi. Condotto in carcere, sottoposto ad estenuanti interrogatori seguiti da percosse rispondeva virilmente: “Preferisco morire piuttosto che tradire”. A testa alta, sorridente, si avviava al luogo del supplizio e si immolava da eroe, come da eroe aveva combattuto. La sua voce non tremò nel lanciare l'ultimo grido: “Viva l'Italia!”. S. Albano Stura (Cuneo), 31 marzo 1945».
Una lapide lo ricorda in piazza Cavour a Salerno. A Sacco, suo paese natale, gli è stata intitolata la piazza in cui sorge il monumento ai caduti. Nel 2015 il piccolo comune ha commemorato il partigiano Monaco e altri due resistenti sacchesi – i partigiani Raffaele Monaco, cugino di Nicola e sopravvissuto alla guerra, e Giuseppe Dente, deceduto, entrambi attivi in Piemonte – con una cerimonia ufficiale, organizzata dall’amministrazione in collaborazione con la proloco, l’ANPI di Salerno e la CGIL.
Note: Inserimento e revisione redazionale della scheda biografica a cura di Barbara Berruti.

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