Banca dati del Partigianato meridionale

Biografia di Federico Tallarico

 20/01/1917, Marcedusa (CZ), Italia
 06/07/2010, Catanzaro (CZ), Italia

Federico Tallarico nacque il 20 gennaio 1917 a Marcedusa in provincia di Catanzaro. Nonostante potesse godere del rinvio per il servizio militare, perché iscritto all’università, decise di partire volontario. Venne prima destinato come soldato a Bergamo, poi promosso sergente. Dopo tre mesi iniziò a frequentare la Scuola allievi Ufficiali di Salerno conseguendo il grado di sottotenente. Al momento della dichiarazione dell’armistizio prestava servizio a Collegno, dove faceva l’istruttore in un reparto di richiamati. Insieme ad alcuni suoi soldati, trovò rifugio nella Pineta di Piossasco e successivamente sulle Prealpi torinesi. Nel mese di febbraio, insieme al fratello Antonio, che l’aveva raggiunto dalla Croazia, decise di spostarsi in Val Sangone per prendere contatti con i fratelli Nicoletta. Dal primo nucleo operante in Val Sangone si formarono cinque brigate tra cui quella di Tallarico, che dal suo nome di battaglia venne chiamata “Frico”. Ben presto anche la sorella Nina, giovane universitaria, decise di raggiungerlo.
Tra l’autunno 1943 e l’estate 1944 furono molte le azioni portate avanti da Tallarico e dalla sua brigata. In questo periodo grazie ad un’azione militare concordata con il Cln riuscì a far liberare Vincenzo Pompegnani. Un duro scontro si verificò con la Guardia nazionale repubblicana a Pra Fieul. Durante l’estate 1944 quasi ogni notte le squadre volanti della brigata “Frico” scendevano verso Torino per atti di sabotaggio, requisizioni e imboscate. Il 12 gennaio 1945, dopo un vasto rastrellamento in montagna da parte dei tedeschi, si era spostato insieme al fratello a Giaveno, dalla sorella Nina, ma furono entrambi arrestati e portati a Coazze presso il comando tedesco. La mattina seguente Tallarico venne interrogato e poi trasferito con il fratello nelle carceri di Bussoleno, dove entrambi vennero processati e condannati a morte. Dopo la sentenza fu accordato a Tallarico di scrivere una lettera alla famiglia e di essere fucilato al petto e non alle spalle. Nonostante la condanna a morte, la sentenza non venne eseguita, probabilmente perché utile per un eventuale scambio di prigionieri. Dal carcere di Bussoleno venne trasferito in quello di Susa e poi a Torino. Veniva liberato il 25 aprile grazie ad un ordine di scarcerazione ottenuto dal Cln attraverso la Croce Rossa. La mattina seguente raggiunse la brigata. Il 28 aprile con una ventina di uomini si recò a Trana dove costrinse alla resa un reparto di tedeschi asserragliato. Nei mesi successivi alla liberazione si adoperò per regolarizzare la posizione dei partigiani riguardo al servizio militare. Al ritorno in Calabria seguì una certa delusione per la diffidenza con la quale fu trattato dalle autorità locali, che lo ritennero un individuo pericoloso. Nel 1947 si iscrisse al partito socialista. Morì a Catanzaro il 6 luglio 2010.
Note: Inserimento e revisione redazionale della scheda biografica a cura di Barbara Berruti.

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