Banca dati del Partigianato meridionale

Biografia di Caterina Tallarico in Teti

 19/01/1918, Marcedusa (CZ), Italia


Nina Tallarico era nata il 19 gennaio 1918 a Marcedusa in provincia di Catanzaro. Si trasferì a Roma per motivi di studio, dove si iscrisse alla facoltà di medicina. Nel 1942 il fratello Federico la convinse a recarsi a Torino, ritenuta una città più sicura in caso di bombardamenti. Dopo l’armistizio, non potendo raggiungere la propria famiglia in Calabria, decise per sicurezza, insieme ai due fratelli Federico e Antonio, di trasferirsi dalla villetta dove fino ad allora avevano abitato a casa di amici fuori città. Poi andò ad abitare a Giaveno. Proprio nelle settimane successive all’armistizio, in un sotterraneo dell’ospedale “Molinette”, conseguì la laurea in medicina. Nello stesso periodo i due fratelli entrarono nella resistenza. La diffusione di notizie che la indicavano come sorella dei due partigiani, unita alla cura di feriti che potevano in talune circostanze fare il suo nome, ne resero la circolazione molto pericolosa. Sotto consiglio del padre marista don Toso, per evitare di essere riconosciuta e arrestata, si rifugiò presso una famiglia legata al religioso. Ben presto però decise di trasferirsi in montagna e cominciò a ricoprire il ruolo di medico nella brigata del fratello Federico. La sua opera di medico venne esercitata non solo verso i partigiani feriti e bisognosi di cure, ma anche nei confronti di tedeschi e fascisti che venivano fatti prigionieri. L’aumentare dei rastrellamenti la costrinse più volte a nascondersi in caverne dove insieme ad altri partigiani si cibava solo di mele. In seguito grazie all’aiuto della Croce Rossa gli venne fornito un documento che nascondeva la sua vera identità e gli permetteva di muoversi con maggiore libertà, ma anche di essere utilizzata dai capi delle varie brigate per compiere missioni delicate e pericolose. Dopo l’arresto dei due fratelli nel gennaio 1945 si adoperò attraverso la curia per non farli fucilare e fargli avere pacchi di viveri. Sarà proprio lei il 25 aprile 1945 con un ordine di scarcerazione ottenuto dal Cln attraverso la Croce Rossa a farli liberare dal carcere di Torino. Subito dopo la liberazione di Torino, nonostante le migliori possibilità che la città poteva offrire alla sua realizzazione professionale, decise di ritornare in Calabria. Durante una sosta a Roma del viaggio verso la Calabria venne informata da un’amica della morte del padre avvenuta a Catanzaro sotto un bombardamento il 27 agosto 1943. Ritornata a casa, cominciò ad esercitare la professione, prima solo con consulenze private, successivamente trasferendosi in un piccolo paesino della provincia di Catanzaro come medico di base. In seguito aprì a Catanzaro un laboratorio di analisi.
Note: Inserimento e revisione redazionale della scheda biografica a cura di Barbara Berruti.

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