Biografia di Bruno Mulas
20/05/1900, Lanusei (OG), iTALIA
Il padre è Eugenio Mulas (1864-1927), avvocato nativo di Tortolì, esponente del Partito repubblicano che rappresenta nel Consiglio provinciale di Cagliari (1914-1920), aderente alla Massoneria (GOI), Loggia Sigismondo Arquer di Cagliari.
Bruno Mulas nel 1919 aderisce all’Avanguardia giovanile socialista di Cagliari e nel 1921 al partito Comunista d’Italia. Laureatosi in Chimica, nel 1925 insegna a Cagliari, dove viene segnalato dalla Prefettura come sovversivo e nel 1926 temporaneamente allontanato dall’insegnamento. Nel 1927 si trasferisce a Rapallo, dove lavora presso una farmacia, e nel 1931 a Milano dove si impiega presso un’industria farmaceutica. Nel 1935 viene fermato nell’ambito dell’inchiesta sul centro interno di Giustizia e Libertà, e rilasciato dopo 15 giorni. Nello stesso anno si trasferisce a Sassuolo e nel 1938 a Sanremo, lavorando sempre in farmacia; dalla cittadina ligure è segnalato un suo tentativo di espatrio clandestino verso la Francia. Nel 1940 è nuovamente a Milano, segnalato come “elemento irrequieto” che si reca frequentemente a Torino, dove “ha conoscenze nell’ambiente antifascista”. Da Milano, durante il regime, tiene per il Partito comunista i collegamenti con Cagliari, servendosi di un cifrario.
Nel febbraio 1944 aderisce alla Resistenza, con il nome di battaglia Lario, entrando a far parte di una formazione Giustizia e Libertà piemontese, dove ricopre il grado di Commissario di Brigata. Nello stesso mese viene arrestato. Incarcerato in via Asti, torturato, non parla. Torna in libertà nel mese di settembre, passando nelle file garibaldine, nella 19ª Brigata d’Assalto intitolata ad Eusebio Giambone; dal febbraio 1945 è Commissario politico della I Divisione d’Assalto Garibaldi Leo Lanfranco e dal 20 marzo fa parte con lo stesso incarico del Comando della VIII zona, la cui sede si trova a Cocconato (AT); si segnala per moderazione e sagacia nei rapporti con la popolazione. Nell’insurrezione di Torino è vicecomandante della Polizia partigiana e fa parte del tribunale straordinario che il 29 aprile 1945 condanna a morte Giuseppe Solaro. Avrebbe contribuito con Giuseppe Catte (cfr. biografia) a sottrarre all’esecuzione il comandante provinciale della GNR Giuseppe Cabras, sardo di Bortigali, consegnandolo agli Alleati.
Dopo il 1945 diviene responsabile di una società di import-export costituita dal PCI per il commercio con i paesi al di là della Cortina di ferro (parlava sei lingue, tra cui il russo), che gestisce “con spirito integerrimo e un’onestà quasi calvinista”. Solo più tardi, grazie ad una legge a tutela dei perseguitati politici, ottiene per concorso la titolarità di una farmacia nei pressi di Milano.
Note: Inserimento e revisione redazionale della scheda biografica a cura di Barbara Berruti.
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