Ernesto S.
A Tortona il primo esempio di edilizia popolare in favore dei profughi è rappresentato dalla costruzione, nel 1952, delle Case Fanfani sorte a poca distanza dal quartiere Città Giardino. Abitazioni destinate ad ospitare alcuni nuclei di profughi, che si trovano a vivere accanto ad altre famiglie tortonesi anch'esse assegnatarie degli alloggi. L'operazione di assistenza abitativa portata avanti con l'intento di alleggerire le presenze nella Caserma Passalacqua affidando ai profughi sistemazioni stabili e definitive, prosegue nei mesi successivi quando anche a Tortona giunge l'eco della legge 137 che prevede la costruzione di abitazioni di edilizia popolare da assegnare ai profughi. Nel 1952 infatti si riuniscono ad Alessandria, su sollecitazione del Ministero degli Interni, il sindaco di Alessandria, quello di Tortona e il presidente dell'Istituto Autonomo per le Case Popolari per pianificare la costruzione di "471 alloggi costituiti da uno, tre, eccezionalmente quattro vani, oltre i necessari servizi" [P. Porta, 1999], la cui edificazione, avrebbe dovuto interessare, oltre al capoluogo di provincia, anche il territorio tortonese per il quale è prevista la realizzazione di 171 appartamenti nella zona di via Circonvallazione (attualmente corso Romita). Iniziati nel 1953, i lavori terminano nel 1957, anno in cui si assiste all'inaugurazione delle prime abitazioni cui segue, nel 1958, quella di un altro complesso di appartamenti popolari edificati in via Baxilio (l'attuale via Saccaggi).