Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea  
Lapidi della città di Torino ai caduti per la liberazione
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Altre LAPIDI E MONUMENTI COMMEMORATIVI

L’autoritratto pubblico della città nella resistenza, disegnato dalle lapidi uniformate dalla dedica “Al martire dell’eterna libertà” e collocate sui luoghi stessi delle rappresaglie, delle esecuzioni o degli scontri, fa di Torino un esempio insolito tra le città dell’Italia uscita dal fascismo, dove il peso di una guerra perduta con esiti catastrofici e delle lacerazioni del 1943-1945, induce più alla rimozione che all’epica commemorativa.
L’eccezione torinese è il segno di una forte presenza della resistenza antifascista, radicata nella collettività e in grado di organizzarne la memoria1 la cui vitalità si protrae nel tempo producendo, per l’iniziativa di associazioni partigiane, partiti politici, (o, più recentemente, delle Circoscrizioni cittadine) un’altra importante serie di iscrizioni, cippi e monumenti. Si tratta di lapidi diverse per tipologia, in molti casi più vicine alle forme del ricordo dei morti della prima guerra mondiale, dove accanto ai caduti della resistenza sono elencati i caduti sui fronti, nella deportazione, in prigionia, o i civili vittime dei bombardamenti residenti in un quartiere o dipendenti di una stessa azienda. Si ritrovano in esse molti dei nomi già ricordati nelle vie della città: così, ad esempio il nome di Michele Vicari, si trova, oltre che sulla targa apposta sul luogo dell’uccisione in via Casalis, anche nella lapide collocata a Porta Nuova dal Cln ferroviario per i ferrovieri caduti del Compartimento di Torino, e in quella dedicata agli “Eroi della lotta partigiana caduti per la libertà” del quartiere Cit Türin.
Diamo qui un elenco, anche se non esaustivo, a completamento del quadro delineato nelle sezioni precedenti.

  • Targhe collocate sui luoghi sede di riunione clandestina del Clnrp:
    • Albergo Canelli in via San Dalmazzo 5 (lapide già nel salone del ristorante, oggi non visibile per i lavori di ristrutturazione);
    • casa di via Cibrario 68: la lapide ricorda l’attività della “Gina”, Maria Giaccone Tomasini, portinaia dello stabile;
    • Archivio di Stato, via Santa Chiara 40;
    • ex Conceria Fiorio, via Durandi 10;
    • chiesa di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, via Luini 90.
  • Lapidi su luoghi di detenzione:
    • caserma La Marmora, via Asti 22, lapide apposta dalla divisione Genio Cremona nel fossato, all’interno della caserma, a ricordo dei partigiani qui fucilati. La caserma era sede dell’Ufficio politico della Guardia nazionale republicana;
    • carceri Nuove, corso Vittorio Emanuele II 127, lapide dedicata ai detenuti politici antifascisti.
  • Lapidi, cippi e monumenti nei quartieri:
    • via Reiss Romoli 71/73, cippo dedicato ai caduti per la liberazione;
    • via Lanzo 85, lapide ai caduti partigiani e militari del quartiere Madonna di Campagna;
    • largo Damiano Chiesa, monumento ai caduti dei rioni Barca e Bertolla;
    • giardini Colonnetti, monumento alla resistenza e cippo dedicato a Emanuele Artom;
    • scuola Madonna di Campagna, cippo ai caduti partigiani, deportati e militari del quartiere;
    • largo Montebello 31, lapide ai caduti partigiani di Vanchiglia;
    • corso Vercelli 141/3, cippo ai caduti della Barriera di Milano nella resistenza;
    • corso Racconigi 25, lapide dedicata a Franco Centro e altri nove caduti nella resistenza;
    • via Cimarosa 30, il cippo attuale ha sostituito una precedente lapide dedicata ai caduti partigiani e militari della zona;
    • piazza Martiri, lapide dedicata a ventidue caduti del rione Cit Türin;
    • via Stradella 192, lapide ai partigiani, ai deportati e agli internati militari della quinta Circoscrizione;
    • piazza Bengasi, cippo ai caduti del quartiere Lingotto;
    • via Biglieri 50, cippo all’interno delle case Iacp, dedicato a undici caduti del quartiere nella resistenza;
    • corso Francia 285, lapide dedicata a trentun caduti partigiani del quartiere;
    • via Omegna ex sede dalla Società operaia di mutuo soccorso Campidoglio, lapide dedicata ai soci caduti nella prima e nella seconda guerra mondiale, e ai civili caduti durante i bombardamenti;
    • giardini di via San Donato, cippo, eretto nei giardini a lui intitolati, alla memoria di Domenico Luciano, giovanissimo partigiano fucilato a Givoletto il 23 febbraio 1945. Una seconda lapide lo ricorda all’interno di un circolo già sede di una sezione dell’ex Pci, in via San Rocchetto;
    • piazza Abba 9, lapide collocata il 26 aprile dal Cln a ricordo dei caduti del rione, partigiani, militari, politici e civili, a ricordo dei quali vennero piantati gli alberi sulla piazza; vi è aggiunta una piccola targa dedicata a Carlo Amisano, deportato e morto a Mauthausen;
    • viale Medaglie d’oro, parco del Valentino, i quattro cippi marmorei che riportano i nomi dei decorati con medaglia d’oro a Torino e in Piemonte, riportano anche i nomi dei decorati della resistenza.
  • Lapidi nelle aziende
    Si tratta in gran parte di lapidi posate immediatamente dopo la liberazione all’interno degli stabilimenti, quindi non direttamente accessibili, tranne per quelle ricollocate in luoghi pubblici dopo lo smantellamento degli edifici industriali:
    • corso Ferrucci 122, lapide nei locali del Comune di Torino, ai caduti della Fiat Spa, già nello stabilimento di corso Ferrucci, oggi scomparso. All’esterno una piccola targa è dedicata alle maestranze che difesero gli stabilimenti nell’aprile 1945. Le lapidi della Fiat Spa, Grandi Motori, Materiale Ferroviario, Autocentro e Ricambi presentano un’identica iscrizione, che precede l’elenco dei nomi: “Lavoratori di questa sezione Fiat / caduti della liberazione nazionale / aprile 1945 / morti combattendo nella difesa degli stabilimenti / nella lotta partigiana / martiri della rappresaglia nemica / vittime dei campi di concentramento tedeschi”;
    • corso Vercelli 141/3, giardino della Cascina Marchesa, lapide ai caduti della Fiat Grandi Motori, già nello stabilimento di via Cuneo;
    • via Rivalta 15, lapide ai caduti della Fiat Materiale Ferroviario;
    • Fiat Mirafiori, interno stabilimenti, lapide ai caduti dell’Autocentro Fiat;
    • lungo Stura Lazio 53, stabilimenti Iveco, lapide ai caduti della Fiat Ricambi;
    • via Plava 74, lapide ai caduti della Fiat Fonderie - Fucine, già a Mirafiori;
    • corso Marche 41, interno Alenia, lapide ai caduti della Fiat Aeronautica;
    • via Nizza 250, Fiat Lingotto, palazzina uffici, lapide ai caduti della sezione Fiat Osa;
    • corso Romania 161, nello stabilimento TTG, cippo metallico dedicato ai quattro caduti nelle giornate insurrezionali alla Grandi Motori di via Cigna, già in corso Vigevano;
    • via Foligno 2, ex stabilimento Simbi, lapide dedicata a Domenico Brero;
    • corso Lombardia 269, ex stabilimenti Fert; lapide dedicata da direzione e maestranze ai caduti Alfredo Serra, Sergio Mulatero e Luciano Torre;
    • corso Romania, stabilimenti Michelin, tre lapidi ricordano Luigi Fabbris, Giuseppe Marengo e Augusto Montagnin, operai della Snia Viscosa, deportati e morti a Mauthausen;
    • corso Regio Parco 142, ex Manifattura Tabacchi, monumento ai caduti della prima e della seconda guerra mondiale e alle vittime civili;
    • via Bologna 47, lapide ai 9 dipendenti dello stabilimento Nebiolo caduti nella lotta di liberazione;
    • via Verolengo 28; stabilimenti Superga, lapide a tre caduti delle Sap, dipendenti dell’azienda, Luigi Grassi, Francesco Marengo e Corrado Prassuit;
    • corso Mortara 4, interno stabilimenti Savigliano, lapide ai dipendenti caduti su tutti i fronti della seconda guerra mondiale;
    • stazione Porta Nuova; lapide ai ferrovieri del compartimento di Torino caduti nella resistenza;
    • via Mazzini 53, interno uffici Fidis lapide dedicata ai dipendenti della Riv caduti nei bombardamenti e nella lotta di liberazione, già nelle officine di via Nizza, oggi scomparse;
    • via Madama Cristina 149, interno stabilimenti Microtecnica, lapide ai dipendenti caduti per la liberazione;
    • via Asiago 5, lapide a Andrea Marchetti e Giuseppe Neirotti;
    • via Alfieri 10, atrio delle Poste centrali, lapide ai dipendenti caduti nella resistenza Renato Capello e Trento Vannini;
    • via Caraglio 56, ex stabilimenti Lancia, lapide ai dipendenti caduti nella resistenza;
    • via Confienza 10, ingresso della ex Stipel, lapide dedicata a Franco Perucchietto, partigiano caduto, dipendente Stipel;
    • corso Trapani 95, ex stabilimenti Cimat, lapide dedicata a Aldo Gagnor e Dario Cagno;
    • via Reano 10, nei locali del circolo sono ricoverate le lapidi: ai caduti dell’ex stabilimento Solex già in via Freidour; a Elio Fracchia e Pier Davide Frati, caduti partigiani della ex fabbrica Gabbiati, già in via Borgone 48; a Carlo Cravero, dipendente della ditta Pons & Cantamessa, già in corso Racconigi 208;
    • corso Mortara 4, ex Fiat Ferriere, una piccola targa metallica era collocata sul posto di lavoro di Giovanni Dughera, operaio deportato e morto a Mauthausen;
    • via Amati, deposito Atm, lapide a Giuseppe Rigola.
  • Lapidi nelle scuole intitolate a caduti della resistenza:
    • Istituto industriale statale Carlo Grassi, via Veronese 305;
    • Scuola media statale Ignazio Vian, monumento con rilievo bronzeo nel cortile dell’edificio scolastico, via Stampini 25;
    • ex scuola elementare statale Fratelli Cervi, via dei Gladioli 13.
  • Lapidi a ricordo della deportazione:
    • stazione di Porta Nuova, lapide ai deportati politici, di fronte al binario di partenza dei trasporti per i campi, collocata dall’Aned;
    • Sinagoga, via San Pio V 12, lapide a ricordo delle vittime della Shoah;
    • piazza Castello, lato Prefettura, lapide ai deportati, collocata dall’amministrazione provinciale.

    Ricordiamo infine, il monumento a Nicola Grosa, comandante partigiano, tra i promotori del Campo della Gloria presso il Cimitero monumentale, dove sono raccolte le spoglie dei partigiani caduti (corso Vittorio Emanuele II angolo corso Ferrucci); il cippo dedicato al Corpo italiano di liberazione (via Ventimiglia angolo via Sommariva); il cippo dedicato ai caduti della divisione Acqui a Cefalonia e Corfù uccisi in combattimento e fucilati dai tedeschi nel settembre 1943 (giardini di fronte a corso Ferrucci 122); la lapide posta dal quartiere di Vanchiglia a ricordo delle vittime del bombardamento del 13 luglio 1943.

1 Cfr. Mario Isnenghi, Le guerre degli italiani. Parole, immagini, ricordi, 1848 - 1945, Milano, Mondadori, 1989, pp. 322 - 324. La vitalità della memoria antifascista è in grado di costruire nell’egualitarismo della dedica “un punto di equilibrio sapiente fra spiriti crociani e giacobinismo, retroterra proletario e lotta armata, in una città di operai e di professori. Per questo, Torino dispone oggi di una fitta e inconsueta rete di luoghi della memoria partigiana, che disegnano un asciutto ma pungente e ben visibile tracciato pubblico cittadino, da un punto all’altro di ogni messa al muro. Qualcuno potrebbe osservare che la città vide anche esecuzioni sul posto di fascisti e che nulla, oggi, le rende visibili. Ma proprio questa è una riprova del carattere storico e selettivo di questi autoritratti pubblici.” Per quanto riguarda il profilo peculiare della memoria della resistenza in Italia nei suoi aspetti museali si rinvia a Ersilia Alessandrone Perona, Mémoire des conflits et conflits de mémoire: la Résistance italienne dans les musées, in La guerre civile entre Histoire et Mémoire, Nantes, Ouest Éditions, 1995.

 

ultimo aggiornamento 28.05.2007 -