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Casermette di Borgone di Susa, Borgone Susa

Il 7 marzo 1952, per poter sistemare una quarantina di famiglie costrette ad allontanarsi dai locali delle Casermette di Rivoli, l'ECA di Torino assume la gestione diretta delle Casermette di Borgone di Susa, un complesso di sette edifici inizialmente adibiti all'alloggiamento di reparti militari durante i mesi estivi. Nel 1954 la struttura ospita 41 famiglie, per un totale di 202 persone, in gran parte immigrati dall'Italia meridionale, cui si aggiungono profughi giuliani e sfrattati torinesi.

Come in altre realtà, anche nel complesso di Borgone la vita quotidiana si snoda all'insegna della promiscuità e della precarietà. Una situazione ben fotografata dal quotidiano «La Stampa», che il 5 febbraio 1955 pubblica un réportage sulla struttura di Borgone, dove abitano 150 persone (30 famiglie), ammassate in camere divise con tramezze di cartone e tende, all'interno delle quali si intravedono "povere masserizie ammonticchiate, pagliericci accostati l'uno all'altro, corde che attraversano le stanze cariche di biancheria infantile stesa ad asciugare" [«La Stampa», 5 febbraio 1955]. Non appaiono migliori le condizioni igieniche, dal momento che la latrina comune, la sola funzionante, appare circondata "da vasti ristagni di acqua sudicia, che non rende i gabinetti accessibili agli ospiti, con grave pregiudizio per l'igiene dell'alloggiamento" [ASCT, Fondo ECA]

Le famiglie sono assistite direttamente dall'ECA, che fornisce loro un quintale di carbone da utilizzare nei mesi invernali per il riscaldamento degli alloggiamenti e un sussidio mensile di 700 Lire. Una somma giudicata dai capi famiglia (una piccola parte dei quali è impiegata nell'edilizia come lavoratore stagionale mentre la maggior parte risulta essere disoccupata) insufficiente per vivere, come dimostra un appello inviato il 6 febbraio 1956 da trenta famiglie dell'alloggiamento al prefetto di Torino, contenente una richiesta di trasferimento a Torino per "trovare lavoro e guadagnarsi da vivere, dal momento che essendo nella maggior parte disoccupati non possiamo spendere ogni giorno 400 Lire per recarsi a Torino a cercare lavoro, per poi fare ritorno a casa senza trovare nulla" [ASCT, Fondo ECA].

Una richiesta che non cade nel vuoto. Infatti qualche mese più tardi, il 30 ottobre 1956, l'ECA provvede ad espletare la dismissione della struttura. Una soluzione salutata dai vertici dell'Ente con viva soddisfazione, poiché permette di porre fine a una grave situazione "quale era quella di far vivere famiglie numerose in baraccamenti del tutto malsani e soggetti ad allagamenti nel periodo invernale". Le famiglie ospitate a Borgone sono quindi trasferite a Torino in abitazioni di proprietà dell'ECA (alloggiamenti di via Verdi 24, Casa Basse di Via Maddalene, Case Basse di via Tripoli), alle Casermette di Borgo San Paolo, e al villaggio di Santa Caterina a Lucento, dove trovano sistemazione tre nuclei di origine giuliana.

Giornali

 Cinquantadue bimbi vivono in stanza dove l’acqua gela nei secchi, «La Stampa», 5 febbraio 1955

Riferimenti archivistici

 Asct, Fondo Ente Comunale di Assistenza, Cartella 1096, Alloggiamento casermette di Rivoli. Casermette di Borgone di Susa.

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