Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea  
Lapidi della città di Torino ai caduti per la liberazione
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Lapide N° del 05/04/1945
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Indirizzo: corso Svizzera angolo corso Appio Claudio
Intestazione:
Sacrario del Martinetto

Brignolo Secondo meccanico
Bruno Giovanni commerciante
Perotti Giuseppe Paolo generale
Giachino Errico (Erich) geometra
Montano Massimo studente
Biglieri Giulio bibliotecario
Balbis Franco capitano
Giambone Eusebio meccanico
Braccini Paolo professore universitario
Bevilacqua Quinto mosaicista
Perego Paolo meccanico
Enrico Pietro studente
Girardi Dario contadino
Padovan Giuseppe calderaio
Pane Remo meccanico
Tripodi Paolo operaio
Pizzorno Carlo studente universitario
Bocchiotti Giuseppe tipografo
Caramellino Walter impiegato
Armano Oreste studente
Massai Landi Francesco studente
Farinati Gianfranco studente
Valobra Ferruccio impiegato
Gippone Giuseppe maresciallo d'aviazione
Galvagni Aimone sergente maggiore
Mecca Ferroglio Giovanni elettricista
Giardini Mario bersagliere
Cormelli Luigi impiegato
Zucca Claudio verniciatore
Bergamaschi Pompeo muratore
Marconi Vasco tubista
Bianciotto Lorenzo meccanico
Testa Alessandro contadino
Berta Giuseppe meccanico
Attardi Alfredo studente
Amprino Armando meccanico
Dovis Candido manovale
Vitrani Ruggero meccanico
Cipolla Francesco pasticcere
Ferreira Pedro tenente
Duò Almerigo meccanico
Savergnini Luigi impiegato
Barbero Orazio impiegato
Mesi Ulisse impiegato
Moncalero Giovanni verniciatore
Del Col Dino fotografo
Cibrario Bruno disegnatore
Migliavacca Luigi apprendista tornitore
Zumaglino Battista carpentiere
Martino Enrico contadino
Viale Lorenzo ingegnere
Gindro Alfonso meccanico
Meneghini Nello nichelatore
Canepa Giovanni motorista
Fattorelli Rubens meccanico
Teagno Alessandro tenente
De Bona Matteo perito agrario
Simonetti Donato impiegato
Cursot Giuseppe muratore
mappa topografica
Descrizione:
La lapide dei fucilati al poligono di tiro del Martinetto.
La grande lapide dedicata "Ai nuovi martiri della libertà" è collocata nel recinto delle fucilazioni, unica parte sopravvissuta del grande poligono di tiro del Martinetto, destinato tra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945 a luogo di esecuzione dei condannati a morte dai tribunali speciali e militari istituiti dalla Repubblica sociale, e di fucilazioni per rappresaglia. Il luogo è oggi il sacrario cittadino della resistenza, sede di una commemorazione civica che ogni anno si svolge il 5 aprile, nell'anniversario della fucilazione di otto dei componenti del primo Comitato militare regionale. La lapide venne scoperta con una solenne cerimonia l'8 luglio 1945, con la partecipazione del cardinal Maurilio Fossati, del ministro Giuseppe Romita, del sindaco Giovanni Roveda e del presidente del Cln regionale piemontese Franco Antonicelli che ricordò la decisione del Clnrp, presa ancora nella clandestinità, di costituire il luogo in sacrario: «Il Martinetto». Le generazioni più antiche delle nostre avevano, in tutta Italia, un nome per i loro fremiti di sdegno e di carità: Belfiore. Le generazioni nostre hanno creduto a lungo che l'età dei martirii fosse conclusa per sempre nella nostra storia e nella storia civile del mondo. Invece, col dramma della libertà, si è riaperta la serie dei grandi olocausti e delle solenni testimonianze. E così abbiamo compreso che per la nostra esperienza di uomini tutto va riedificato: l'amore e il dolore, la colpa e il riscatto, l'infamia e la purezza, l'arco di trionfo e il Martinetto. [...] Io leggo l'elenco, non ancora forse completo, dei 61 martiri, e vedo, l'uno dopo l'altro, tra il 16 gennaio 1944 e il 15 aprile 1945 succedersi un operaio e un impiegato, un artigiano e un ingegnere, un geometra e un bibliotecario, uno studente e un professore d'Università, un generale e un sottufficiale, un soldato e un partigiano. Ma partigiani tutti; tutti degni di quel nome che da noi va adoperato non come tessera di privilegi ma come titolo di onore, quel nome - e quella realtà - che per noi è la maggiore, la più straordinaria realtà di questa nostra veramente sacra e veramente civile guerra italiana». La lapide riporta i nomi di 59 fucilati, senza date, con incisa accanto l'indicazione della professione, come spesso nelle targhe dedicate ai singoli caduti. Sono invece 61 i nomi riportati nell'Elenco detenuti giustiziati al Martinetto, custodito tra le carte della presidenza del Cln, Giunta consultiva regionale. I nomi sono trascritti in ordine cronologico per data di morte e vi figura al primo posto Ruggero Vitrani, la cui esecuzione è erroneamente datata 16.1.1944, in luogo di 1945; è questo certamente l'elenco a cui Antonicelli fa riferimento nel suo discorso. Nel documento, oltre ai nomi incisi sulla lapide, si trovano anche quelli di Brunone Gambino, Carlo Jori, Aldo Camera, Giustino Bettazzi, e Maurizio Mosso, fucilati per rappresaglia all'attentato di via Sacchi 14; Domenico Binelli e Ferdinando Conti, due dei cinque fucilati per rappresaglia in seguito all'uccisione di Ather Capelli; Dario Musso e Carlo Brero, fucilati il 27 luglio 1944; Aldo Salvatori, fucilato il 22 settembre 1944; Luciano Politi, fucilato il 15 aprile 1945. Alessandro Teagno e Matteo De Bona sono registrati sotto il falso nome usato in missione, rispettivamente Luciano Lupi e Carlo Lari. Non sono compresi i nomi di Secondo Brignolo, Giovanni Bruno, Pedro Ferreira, Paolo Perego, Pietro Enrico, Dario Girardi, Giuseppe Padovan, Remo Pane, Paolo Tripodi. Un altro elenco pubblicato da don Giuseppe Marabotto (1953) Fucilati dalla R.s.i. provenienti dal carcere comprende 93 nomi disposti in ordine cronologico, con data e luogo di fucilazione e l'indicazione dei sacerdoti che fecero assistenza spirituale: per quanto riguarda i caduti del Martinetto, pur con imprecisioni, non si discosta dalla lapide.
Al sacrario del Martinetto è collocata una lapide intestata a: Perotti Giuseppe Paolo, Giachino Erich, Montano Massimo, Biglieri Giulio, Balbis Franco, Giambone Eusebio, Braccini Paolo, Bevilacqua Quinto.
Componenti del primo Comitato militare regionale piemontese. Questo organismo di organizzazione e coordinamento militare venne costituito dal Clnrp verso la metà di ottobre del 1943, inizialmente con funzioni tecniche e consultive. Vi partecipavano i rappresentanti dei partiti politici antifascisti, affiancati da un gruppo di militari, il colonnello Giuseppe Ratti, il capitano Franco Balbis, il maggiore Ferdinando Creonti, il generale Giuseppe Perotti e il tenente Silvio Geuna. Alla fine del 1943, dopo un controverso periodo di direzione affidato al generale Raffaello Operti, il compito del coordinamento venne affidato al generale Perotti. Nel marzo 1944, in concomitanza con la prima grande ondata di rastrellamenti che investì le valli piemontesi, il Comitato venne duramente colpito: il 14 venne catturato Erich Giachino, il 27 Quinto Bevilacqua e Giulio Biglieri, il 29 Massimo Montano e il 31 marzo, nella sagrestia del Duomo, luogo di un appuntamento clandestino, l'intero Comitato: Perotti, Fusi, Giambone, Geuna, Braccini, Balbis e Brosio. Dopo gli interrogatori in Questura, vennero deferiti al Tribunale Speciale su pressioni del governo di Salò che invocava una condanna esemplare: il processo durò due giorni e si concluse con la condanna a morte di otto dei componenti il Comitato, che furono fucilati la mattina del 5 aprile 1944 (per Perotti, Braccini, Balbis e Giambone, vedi lapide via Luini 90).
Fonti:
Aisrp, Fondo Clnrp. Presidente, fasc. Manoscritti dott. Antonicelli, Parole per i martiri del Martinetto
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Centomila torinesi al Martinetto per le celebrazioni dei 68 martiri, "L'Opinione", 1, n. 65, 10 luglio 1945 [il numero nel titolo è dovuto a un refuso, l'elenco dei caduti riportati nel testo dell'articolo corrisponde a quello della lapide]
Il saluto dei lavoratori torinesi ai martiri della libertà. In memoria degli eroi del Martinetto, "l'Unità", ediz. piemontese, 22, n. 74, 10 luglio 1945
G. Marabotto,Un prete in galera, cit., vol. 2°, pp. 249 ss.
Torino 1938/45. Una guida per la memoria, cit., pp. 65-67
Caduti:
Cognome e nome Brignolo Secondo, meccanico ritratto del caduto
Biografia Nato a Villafranca in provincia di Asti il 17 luglio 1923, residente a Torino in via Po 25, apprendista; partigiano della 4ª brigata Garibaldi Sforzini. Fucilato il 15 marzo 1944.
Data 15/03/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Bruno Giovanni, commerciante
Biografia Nato a Torino il 15 novembre 1905, residente in via Santa Chiara, partigiano del gruppo Gl Leone, fucilato il 21 marzo 1944.
Data 21/03/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese

Cognome e nome Perotti Giuseppe Paolo, generale ritratto del caduto
Biografia Nato a Torino il 16 giugno 1895, abitante in via Marenco 4. Figlio di un funzionario delle ferrovie, dopo la scuole tecniche venne ammesso all'Accademia militare di artiglieria e genio di Torino, della quale fu brillante allievo, uscendone sottotenente del genio. Allo scoppio della prima guerra mondiale entrò in zona di guerra il 4 giugno 1915. Per i meriti acquisiti, in particolare a Caporetto, venne decorato con medaglia di bronzo e promosso capitano. Dopo la guerra fu istruttore all'Accademia di Torino e conseguì la laurea in ingegneria civile al Politecnico. Promosso maggiore e poi tenente colonnello, partecipò nel 1935 alla campagna d'Africa; dal 1938 fu al comando del Reggimento ferrovieri, nel 1942 promosso generale di brigata fu destinato allo Stato Maggiore, come ispettore delle unità ferroviarie. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 entrò nel movimento di resistenza. Medaglia d'oro al valor militare.
Data 05/04/1944
Fonti Asct, scheda anagrafica; Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Giampaolo Pansa, Viva l'Italia libera. Storia e documenti del primo Comitato militare del CLN regionale piemontese, Torino, Istituto storico della Resistenza in Piemonte, 1964, 19953, p. 93
Valdo Fusi, Fiori rossi al Martinetto, Torino, Paravia, 19993
Seicento giorni nella resistenza, cit., p. 45
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 245
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Giachino Errico (Erich), geometra ritratto del caduto
Biografia Nato a Torino il 10 marzo 1916, dopo aver ottenuto il diploma di geometra all'Istituto Sommeiller, si iscrisse alla Facoltà di Economia e Commercio, impiegandosi nel frattempo alla Fiat. Trascorsi un periodo di lavoro in Germania, alla fine del 1941 venne richiamato alle armi, come sottotenente di complemento nel 15° reggimento Autieri. Dopo l'8 settembre organizzò le prime bande nelle valli di Lanzo. Rientrato in città nell'ottobre, in contatto con il socialista Corrado Bonfantini, si dedicò all'organizzazione delle squadre cittadine, entrando a far parte del Comitato militare. Medaglia d'oro al valor militare. Nell'androne dello stabile in cui abitava, in via Maria Vittoria 32, si trova una targa di ottone, posata l'8 marzo 1946 a cura dei partigiani delle brigate Matteotti.
Data 05/04/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Lo scoprimento della lapide e la commemorazione di Erich Giachino, "La Fiaccola ardente", 1, n.1, marzo 1946
G. Pansa, Viva l'Italia libera, cit., p. 88
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 135
Seicento giorni nella resistenza, cit., p. 33
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Montano Massimo, studente ritratto del caduto
Biografia Nato in Francia a l'Escarène (Alpes-Maritimes) il 18 giugno 1919, figlio di commercianti emigrati, più tardi stabilitisi a Torino. Conseguito il diploma di ragioniere all'istituto Quintino Sella, si iscrisse alla Facoltà di Economia e Commercio. Chiamato alle armi nel 1939, frequentò il corso allievi ufficiali e venne inviato allo scoppio della guerra in Albania e poi in Francia col grado di tenente. Dopo l'8 settembre 1943, attraverso Paolo Braccini, conosciuto alla caserma del Nizza Cavalleria a Torino, entrò a far parte del Comitato militare. Medaglia d'argento al valor militare.
Data 05/04/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
G. Pansa, Viva l'Italia libera, cit., p. 92
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 212
Seicento giorni nella resistenza, cit., p. 121
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Biglieri Giulio, bibliotecario
Biografia Nato a L'Aquila il 9 ottobre 1911, già arrestato nel 1932 per attività antifascista, si era trasferito con la famiglia a Novara. Nel 1940 aveva vinto un concorso per bibliotecario alla biblioteca Nazionale di Torino. Allo scoppio della guerra venne richiamato e inviato sul fronte albanese; l'8 settembre lo sorprese nell'Italia del Sud, da dove raggiunse Torino per dedicarsi all'organizzazione clandestina della resistenza. Compì azioni tra le formazioni del capitano Beltrami nell'Alto Novarese e in Val Sesia tra le prime bande di Moscatelli. Arrestato nel febbraio del 1944 a Novara e liberato dopo pochi giorni, si trasferì sotto falso nome a Torino, dove entrò a far parte del Comitato militare. Medaglia d'argento al valor militare.
Data 05/04/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
G. Pansa, Viva l'Italia libera, cit., p. 85
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 45
Seicento giorni nella resistenza, cit., p. 69

Cognome e nome Balbis Franco, capitano ritratto del caduto
Biografia Nato a Torino il 16 ottobre 1911, figlio unico di un insegnante di disegno e di una direttrice didattica. Compiuti gli studi classici presso i Salesiani di Alassio, intraprese la carriera militare ed entrò all'Accademia militare di artiglieria e genio di Torino, uscendone con il grado di sottotenente. Dopo l'Istituto superiore di guerra di Torino, capitano d'artiglieria addetto allo Stato Maggiore, partecipò come volontario alla campagna in Africa settentrionale, dove meritò due medaglie di bronzo e la croce di guerra tedesca di prima e seconda classe. Impegnato poi sul fronte croato, reagì all'annuncio dell'armistizio (8 settembre 1943) con amarezza e delusione e, dopo essere rientrato a Torino, in contatto con il generale Perotti, entrò a far parte del primo Comitato militare regionale piemontese. Medaglia d'oro al valor militare.
Data 05/04/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
G. Pansa, Viva l'Italia libera, cit., p. 81
G. Del Signore, Commemorazione del martire Franco Balbis, tenuta in Cavoretto la sera del 22/9/1945 e in riassunto radiodiffusa all'EIAR il 2/11/1945, Torino, Roggero e Tortia, sd.
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 15
Seicento giorni nella resistenza, cit., p. 14
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Giambone Eusebio, meccanico ritratto del caduto
Biografia Nato a Camagna Monferrato in provincia di Alessandria il 1° maggio 1903. Figlio di un dipendente delle ferrovie, si trasferì a Torino in tenera età, con i genitori e quattro fratelli. Dopo aver frequentato le scuole tecniche trovò lavoro come tornitore in un'industria torinese. Cresciuto in borgo San Paolo, entrò giovanissimo nelle file della Gioventù socialista, per aderire poi al Partito comunista d'Italia. Aggredito dagli squadristi fascisti, arrestato e condannato a 9 mesi di carcere, fu costretto dalle continue minacce all'emigrazione in Francia. Nel 1923 raggiunse a Lione il fratello Vitale (che cadrà in Spagna nel 1937, tra i volontari accorsi in difesa della repubblica spagnola), e qui conobbe e sposò Louise Breysse; nell'emigrazione proseguì la sua attività politica fino all'arresto da parte della polizia francese nel 1940 in conseguenza del patto germano-sovietico.
Rinchiuso nel campo del Vernet, con l'invasione tedesca della Francia e la creazione del governo collaborazionista di Vichy, nel 1941 venne rimandato in Italia e rinchiuso nelle carceri Nuove di Torino; successivamente venne inviato al confino a Castelbaronia (Avellino) con la famiglia. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 riuscì a raggiungere Torino e a riprendere i contatti col Partito comunista, che rappresentò nel Comitato militare. Medaglia d'oro al valor militare. A Villeurbanne, in Francia, una lapide lo ricorda. Altre lapidi lo ricordavano in via Fattori e a Villeurbanne in Francia.
Data 05/04/1944
Fonti Asct, 1947 - IX 6, Gabinetto del Sindaco, c. 645, f. 8
Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
G. Pansa, Viva l'Italia libera, cit., p. 90
L'Italia in esilio. L'emigrazione italiana in Francia tra le due guerre, catalogo della mostra, Roma, Presidenza del Consiglio dei Ministri, 1984, p. 375
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 140
Seicento giorni nella resistenza, cit., p. 33
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Braccini Paolo, professore universitario ritratto del caduto
Biografia Nato a Canepina, in provincia di Viterbo, il 16 maggio 1907, abitante in via Tunisi 86. Crebbe in un ambiente familiare antifascista: il padre, medico condotto, era amico personale di Giacomo Matteotti; lo zio fu costretto ad emigrare in Francia dopo l'avvento del fascismo. Dopo aver frequentato le scuole a Terni, si laureò nel 1930 in agraria a Milano, dove conseguì la libera docenza in ezoognosia e zootecnica; nel 1940 si laureò, per la seconda volta, in veterinaria trasferendosi a Torino, dapprima con l'incarico di assistente presso l'Istituto di Zootecnia dell'Università e poi come docente incaricato di zoognostica e di zootecnia. All'inizio del 1943 prese i primi contatti con il Partito d'azione e, dopo l'8 settembre lavorò a costituire le prime bande di Giustizia e libertà. Col nome di battaglia Verdi era rappresentante del Pda nel Comitato militare. Medaglia d'oro al valor militare.
Data 05/04/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Fausto Penati, Commemorazione del Dott. Prof. Paolo Braccini, tenuta a Torino il 25 ottobre 1945 nella sala del Conservatorio "G. Verdi", Torino, Minerva Medica, 1945
Fausto Penati, Paolo Braccini, martire della libertà, commemorazione tenuta dal prof. Penati nell'Aula magna della Facoltà di Medicina Veterinaria, Torino, Tip. Bono, 1970
Claudio Del Bello, A fronte alta! Il professor Braccini, il comandante Verdi, Canepina, Comune di Canepina, 1994
Ignazio Delli Falconi, Paolo Braccini: eroe noto e dimenticato, Annali della Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino, vol. 35 (1993-1995)
G. Pansa, Viva l'Italia libera, cit., p. 86
Seicento giorni nella resistenza, cit., p. 19
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 54
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Bevilacqua Quinto, mosaicista ritratto del caduto
Biografia Nato a Marmorta, frazione del comune di Molinella, in provincia di Bologna, il 16 aprile 1916, penultimo di sei fratelli di una famiglia di braccianti agricoli di tradizione socialista. Con il regime fascista, nel 1925, la famiglia subì persecuzioni per non aver voluto l'iscrizione al fascio e fu cacciata di casa, senza poter più ottenere lavoro. Nel 1931, Quinto si trasferì a Torino per lavorare nella piccola impresa dei fratelli Arturo e Costante, già emigrati nel 1926, specializzati in mosaici di ceramica; dopo il lavoro, frequentava i corsi di disegno della scuola San Carlo. I fratelli Bevilacqua si mantennero sempre in contatto con la comunità d'origine raccogliendo, tra l'altro, fondi per Giuseppe Massarenti. Nel 1942 Quinto sposò Marcella Calzolari, figlia di Alfredo, esponente socialista di Molinella. All'avvicinarsi della guerra intensificò i suoi rapporti con il partito nella clandestinità. Richiamato come soldato semplice nell'artiglieria di montagna, dopo l'8 settembre si dedicò al lavoro cospirativo, in contatto con i socialisti torinesi, soprattutto con Ogliaro; rappresentò il Psi nel Comitato militare e poco prima dell'arresto ricoprì l'incarico di segretario della Federazione socialista clandestina. Medaglia d'argento al valor militare. È ricordato in un'altra lapide in corso Regina Margherita 12, qui trasferita dall'originaria collocazione di via Fontanesi 7 dove aveva sede una sezione socialista.
Data 05/04/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
G. Pansa, Viva l'Italia libera, cit., p. 83
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 41
Seicento giorni nella resistenza, cit., p. 68
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Perego Paolo, meccanico
Biografia Nato a Como il 29 maggio 1925, arrestato il 26 febbraio 1944; fucilato il 27 aprile 1944, con Enrico, Girardi, Padovan, Pane e Tripodi. Il notiziario della Gnr del 2 maggio 1944 comunicava che «il 27 aprile u.s., in località Martinetto di Torino, per rappresaglia contro l'uccisione di un militare tedesco, il comando germanico fece fucilare, senza processo, sei giovani detenuti nel locale carcere». Perego e Girardi risultano fucilati su ordine del questore di Torino.
Data 27/04/1944
Fonti Aisrp, C 75 a, Fucilati a Torino dal Co.gu, dal Tribunale speciale e Tribunale militare
Aisrp, E Isrp 8-38, Direzione Carceri Giudiziarie Torino. Elenco dei detenuti politici ristretti in queste carceri dal settembre 1943 all'aprile 1945
Aisrp, Notiziari della Gnr, Torino, b. 3 (copia dall'archivio della Fondazione Micheletti)

Cognome e nome Enrico Pietro, studente
Biografia Nato a Albenga in provincia di Savona il 6 febbraio 1923, partigiano delle formazioni autonome Valcasotto, fucilato il 27 aprile 1944.
Data 27/04/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese

Cognome e nome Girardi Dario, contadino ritratto del caduto
Biografia Nato a Campiglione Fenile in provincia di Torino il 13 marzo 1923, ivi residente, in via San Michele, partigiano della 105ª brigata Garibaldi, arrestato il 3 marzo 1944; fucilato il 27 aprile 1944.
Data 27/04/1944
Fonti Aisrp, E Isrp 8-38, Direzione Carceri Giudiziarie Torino Elenco dei detenuti politici ristretti in queste carceri dal settembre 1943 all'aprile 1945
Aisrp, Fondo Associazione famiglie martiri e caduti per la lotta di liberazione, Registro anagrafico e biografico, schede fotografiche

Cognome e nome Padovan Giuseppe, calderaio ritratto del caduto
Biografia Nato a San Damiano in provincia di Asti il 14 dicembre 1923, operaio residente a Torino in strada Mirafiori. Militare, dopo l'8 settembre raggiunse la famiglia e con l'amico Remo Pane si unì alle formazioni autonome Val Chisone; ferito e imprigionato, venne fucilato il 27 aprile 1944.
Data 27/04/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
"La Fiaccola ardente", 2, n.2, febbraio 1947, p. 3
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Pane Remo, meccanico ritratto del caduto
Biografia Nato a Torino il 18 marzo 1923, residente a Torino in strada Mirafiori, aggiustatore meccanico. All'8 settembre si trovava militare a Verona nel Genio pontieri. Raggiunto il Piemonte si unì alle formazioni partigiane autonome Val Chisone. Il 13 febbraio 1944 venne gravemente ferito in combattimento a Sestriere e catturato. Rinchiuso alle carceri Nuove di Torino, venne fucilato il 27 aprile 1944.
Data 27/04/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
"La Fiaccola ardente", 2, n.2, febbraio 1947
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Tripodi Paolo, operaio
Biografia Nato ad Archi in provincia di Chieti il 18 gennaio 1916, comandante di distaccamento nella 181ª brigata Garibaldi, fucilato il 27 aprile 1944. Nella banca dati risulta fucilato il 25 marzo 1944, mentre è elencato come Tripoli Paolo nell'elenco di don Marabotto, alla data del 27 aprile, accompagnato alla fucilazione dai padri missionari della Consolata Masera e Rubatto, come i cinque precedenti caduti.
Data 27/04/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
G. Marabotto, Un prete in galera, cit., vol. 2°, p. 250

Cognome e nome Pizzorno Carlo, studente universitario ritratto del caduto
Biografia Pizzorno Carlo studente universitario
(vedi lapide n° 155)
Data 22/09/1944
Fonti Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Bocchiotti Giuseppe, tipografo ritratto del caduto
Biografia Nato a Felizzano in provincia di Alessandria il 3 novembre 1925, partigiano della 7ª divisione Gl, condannato a morte dal Tribunale Co.gu., fucilato il 22 settembre 1944.
Data 22/09/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Aisrp, Fondo Originario, Fondazione Solidarietà Nazionale, scheda n. 494

Cognome e nome Caramellino Walter, impiegato
Biografia Nato a Torino il 7 novembre 1921, autista, partigiano della 7ª divisione autonoma Monferrato, condannato a morte dal Tribunale Co.gu., fucilato il 22 settembre 1944.
Data 22/09/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto

Cognome e nome Armano Oreste, studente
Biografia Nato a Pozzolo Formigaro in provincia di Alessandria il 16 ottobre 1922, partigiano della divisione Garibaldi Pinan Cichero, condannato a morte dal Tribunale Co.gu, fucilato il 22 settembre 1944.
Data 22/09/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto

Cognome e nome Massai Landi Francesco, studente
Biografia Francesco Massai Landi (è errata l'iscrizione sulla lapide), nato a Napoli il 3 agosto 1925, residente a Milano, partigiano dell'8ª brigata Matteotti, condannato a morte dal Tribunale Co.gu., fucilato il 22 settembre 1944.
Data 22/09/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto

Cognome e nome Farinati Gianfranco, studente
Biografia Nato a Milano il 23 giugno 1925, residente a Milano, partigiano dell'8ª brigata Matteotti, condannato a morte dal Tribunale Co.gu., fucilato il 22 settembre 1944.
Data 22/09/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto

Cognome e nome Valobra Ferruccio, impiegato ritratto del caduto
Biografia Nato a Torino il 12 aprile 1898, residente a Carmagnola, impiegato. Capitano durante la prima guerra mondiale, decorato con medaglia d'argento. Militante del partito repubblicano, dopo l'8 settembre partecipò alla resistenza nella zona di Carmagnola. Comandante di distaccamento nella 103ª brigata Garibaldi, venne arrestato da militi della Gnr l'8 settembre 1944, condannato a morte dal Tribunale Co.gu. e fucilato il 22 settembre 1944.
Data 22/09/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 321
Aisrp, Fondo Originario, Fondazione Solidarietà Nazionale, scheda n. 1281

Cognome e nome Gippone Giuseppe, maresciallo d'aviazione ritratto del caduto
Biografia Gippone Giuseppe maresciallo d'aviazione.

(vedi lapide 103)
Data 05/10/1944
Fonti Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Galvagni Aimone, sergente maggiore
Biografia Aimone Galvagni era nato a Soci, frazione di Bibbiena in provincia di Arezzo, il 26 aprile 1916, residente a Torino in via Pellico 4. Prestava servizio come sergente maggiore presso il Deposito Misto provinciale di corso Valdocco a Torino: qui il 30 settembre 1944 veniva arrestato Giuseppe Gippone sorpreso con documenti e schizzi topografici relativi alle forze e agli armamenti della caserma, avuti da Galvagni. Entrambi vennero processati dal Tribunale militare di guerra straordinario il 4 ottobre e condannati a morte in base al decreto legislativo del 16 giugno 1944, per favoreggiamento delle bande partigiane. Vennero fucilati il 5 ottobre 1944. Gippone venne decorato con medaglia di bronzo al valor militare.
Data 05/10/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, Fondo Sentenze magistratura piemontese, b. Tribunali militari Rsi, Sentenza Tribunale militare regionale di guerra di Torino, n. 508, 4. 10. 1944 (in copia)
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Aisrp, C 69 a, s.f. Gippone
Seicento giorni nella resistenza, cit., p. 217

Cognome e nome Mecca Ferroglio Giovanni, elettricista ritratto del caduto
Biografia Nato a Mathi in provincia di Torino il 12 marzo 1926, partigiano dell'80ª brigata Garibaldi. Catturato il 18 agosto 1944, condannato a morte dal Tribunale Co.gu. e fucilato l'8 ottobre 1944.
Data 08/10/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 194
Aisrp, Fondo Originario, Fondazione Solidarietà Nazionale, scheda n. 988 (la scheda riporta il nome Mecca Feroglio Giovanni)

Cognome e nome Giardini Mario, bersagliere
Biografia Nato a Brescia il 27 ottobre 1925, ivi residente, partigiano della 176ª brigata Garibaldi, condannato a morte dal Tribunale Co.gu., fucilato l'8 ottobre 1944.
Data 08/10/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto

Cognome e nome Cormelli Luigi, impiegato ritratto del caduto
Biografia Già brigadiere della Gnr, residente Torino in via Nicola Fabrizi, condannato a morte dal Tribunale Co.gu., fucilato l'8 ottobre 1944.
Data 08/10/1944
Fonti Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Aisrp, Fondo Originario, Fondazione Solidarietà Nazionale, scheda n. 1687

Cognome e nome Zucca Claudio, verniciatore ritratto del caduto
Biografia Residente a Brescia, condannato a morte dal Tribunale Co.gu., fucilato l'8 ottobre 1944.
Data 08/10/1944
Fonti Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Bergamaschi Pompeo, muratore ritratto del caduto
Biografia Nato a Poggio Rusco in provincia di Mantova il 21 settembre 1925, residente a Torino in via Caluso 7, partigiano della 113ª brigata Garibaldi. Arrestato nella sua abitazione da militi dell'Ufficio politico investigativo di via Asti il 25 marzo 1944, incarcerato alle Nuove e sottoposto a torture, fu processato il 14 ottobre e condannato a morte dal Tribunale Speciale. Venne fucilato il 23 ottobre 1944.
Data 23/10/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 35
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Marconi Vasco, tubista ritratto del caduto
Biografia Nato a Piombino in provincia di Livorno il 24 aprile 1926, residente a Torino in via Cherubini 28, tubista di bordo, partigiano della 17ª brigata Garibaldi. Già milite del Comando provinciale della Gnr di Torino, il 2 ottobre del 1944 aveva disertato dal reparto per unirsi alle formazioni partigiane della zona di Pianezza. Arrestato al posto di blocco di Venaria il 25 ottobre e trovato in possesso di armi, veniva deferito al Tribunale militare della Rsi e condannato a morte, per diserzione e appartenenza a bande operanti in danno della Repubblica sociale, il 3 novembre 1944.
Venne fucilato il 5 novembre.
Data 05/11/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, Fondo Sentenze magistratura piemontese, b. Tribunali militari Rsi, SentenzaTribunale militare regionale di guerra di Torino, n. 526, 3. 11. 1944 (in copia)
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Bianciotto Lorenzo, meccanico ritratto del caduto
Biografia Lorenzo Bianciotto, nato a San Pietro Val Lemina in provincia di Torino l'11 marzo 1923, residente a Pinerolo, partigiano della 5ª divisione Gl, condannato a morte dal Tribunale Co.gu., fucilato il 25 novembre 1944.
Data 25/11/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 20 ss.
Aisrp, Fondo Originario, Fondazione Solidarietà Nazionale, scheda n. 1574

Cognome e nome Testa Alessandro, contadino ritratto del caduto
Biografia Nato a Collegno in provincia di Torino, il 3 luglio 1924, ivi residente, partigiano della 17ª brigata Garibaldi, condannato a morte dal Tribunale Co.gu., fucilato il 15 dicembre 1944.
Data 15/12/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 23 ss.
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Berta Giuseppe, meccanico ritratto del caduto
Biografia Nato a Nizza Monferrato, in provincia di Asti, l'11 marzo 1922, residente ad Alpignano, partigiano della 17ª brigata Garibaldi, condannato a morte dal Tribunale Co.gu., fucilato il 15 dicembre 1944.
Data 15/12/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 23 ss.
Aisrp, Fondo Originario, Fondazione Solidarietà Nazionale, scheda n. 1924

Cognome e nome Attardi Alfredo, studente ritratto del caduto
Biografia Nato a Enna l'8 luglio 1925, studente, partigiano della 41ª brigata Garibaldi, condannato a morte dal Tribunale Co.gu., fucilato il 15 dicembre 1944.
Data 15/12/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, Fondo Originario, Fondazione Solidarietà Nazionale, scheda n. 2128
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 23 ss.

Cognome e nome Amprino Armando, meccanico ritratto del caduto
Biografia Nato a Coazze in provincia di Torino il 22 maggio 1924, qui residente, partigiano della 43ª divisione autonoma De Vitis, condannato a morte dal Tribunale Co.gu., fucilato il 22 dicembre 1944.
Nel fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà compare con il nome di "Amprimo".
Data 22/12/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 28 ss.
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 11
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Dovis Candido, manovale ritratto del caduto
Biografia Nato a Coazze il 27 novembre 1925, ivi residente, partigiano della 43ª divisione autonoma De Vitis, condannato a morte dal Tribunale Co.gu., fucilato il 22 dicembre 1944.
Data 22/12/1944
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 28 ss.
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Vitrani Ruggero, meccanico ritratto del caduto
Biografia Nato a Torino il 30 marzo 1925, apprendista, vicecomandante di brigata nella 43ª divisione autonoma De Vitis, catturato e condannato a morte dal Tribunale militare Co.gu il 15 gennaio 1945, fucilato il giorno seguente. Al suo nome venne intitolata la brigata; medaglia d'argento al valor militare.
Data 16/01/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 38 ss.
Seicento giorni nella resistenza, cit., p. 156
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Cipolla Francesco, pasticcere
Biografia Nato a Milano il 9 luglio 1924, residente a Lodi. Chiamato alle armi dalla Rsi, nel luglio 1944 entrò a far parte della 9ª divisione Gl. Nel corso di un'azione contro il posto di blocco fascista del ponte di Casale Monferrato, venne catturato il 10 dicembre 1944. Rinchiuso alle carceri Nuove di Torino, fu processato il 19 gennaio 1945 e condannato a morte dal tribunale militare Co.gu. Fucilato il 21 gennaio 1945.
Data 21/01/1945
Fonti Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 43-44
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 82

Cognome e nome Ferreira Pietro (Pedro), tenente ritratto del caduto
Biografia Venne processato dal Tribunale militare straordinario, condannato a morte e fucilato il 23 gennaio 1945.
Pietro Ferreira, Pedro, nacque a Genova il 3 agosto 1921, in una famiglia di marinai. Seguì gli studi prima al collegio Don Bosco, poi all'Istituto Galilei di Genova. Allo scoppio della guerra presentò domanda di arruolamento volontario e venne assegnato alla Scuola ufficiali di Moncalieri. Passato poi all'Accademia militare grazie all'aiuto economico di una zia, ne uscì con il grado di tenente e partecipò alla guerra in Croazia. Rientrato in Italia dopo l'8 settembre 1943, entrò nella resistenza nelle prime bande azioniste di Italia Libera nel Cuneese, per essere poi incaricato dal comando Gl di organizzare le formazioni in valle di Lanzo; passato in Valle d'Aosta, comandò un distaccamento, poi una brigata nella zona di Champorcher e, dall'estate 1944, fu comandante della 7ª divisione Gl. Arrestato una prima volta dall'Ufficio politico investigativo l'8 agosto 1944, era stato liberato, ma dietro delazione venne arrestato a Milano ai primi di gennaio del 1945. Deferito al Tribunale militare straordinario e processato con Almerigo Duò, Luigi Savergnini e altri 8 arrestati, venne condannato a morte per aver favorito e aiutato la fuga di prigionieri inglesi sfuggiti ai campi di prigionia fascisti. Medaglia d'oro al valor militare.
Data 23/01/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, s.f. Ferreira
Aisrp, Fondo Originario, Raccolta fotografica, busta 7/3/1690
Aisrp, Fondo Sentenze magistratura piemontese, b. Tribunali militari Rsi, Sentenza Tribunale militare regionale di guerra straordinario del 1° Comando militare provinciale, n. 5, 21. 1. 1945 (in copia)
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 53 ss.
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 104
Seicento giorni nella resistenza, cit., p. 29

Cognome e nome Duò Almerigo, meccanico ritratto del caduto
Biografia Venne processato dal Tribunale militare straordinario, condannato a morte e fucilato il 23 gennaio 1945.

vedi scheda 78.
Data 23/01/1945
Fonti

Cognome e nome Savergnini Luigi, impiegato ritratto del caduto
Biografia Venne processato dal Tribunale militare straordinario, condannato a morte e fucilato il 23 gennaio 1945.
Luigi Savergnini era nato a Soncino in provincia di Cremona il 19 agosto 1916, residente a Torino in via Mongrando 28, meccanico, partigiano della 1ª divisione Gl, condannato a morte per appartenenza a banda partigiana e per assistenza e aiuto a prigionieri di guerra inglesi evasi dai campi di concentramento. Medaglia d'argento al valor militare.
Data 23/01/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, Fondo Sentenze magistratura piemontese, b. Tribunali militari Rsi, Sentenza Tribunale militare regionale di guerra straordinario del 1° Comando militare provinciale, n. 5, 21. 1. 1945 (in copia)
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 53 ss.
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 282
Seicento giorni nella resistenza, cit., p. 143
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Barbero Orazio, impiegato ritratto del caduto
Biografia Orazio Barbero era nato a Torino il 9 ottobre 1925, studente, risiedeva in via Borriana 7. Appartenente alla 2ª brigata Sap.
Insieme a Ulisse Mesi vennero arrestati a Torino il 16 gennaio 1945 da agenti della Questura in servizio di rastrellamento, perché trovati in possesso di pistole. Entrambi erano stati partigiani della 42ª brigata Garibaldi, ed erano rientrati in città tra il settembre e il novembre, entrando a far parte delle squadre cittadine. Vennero processati dal Tribunale militare di guerra straordinario il 22 gennaio e condannati a morte per appartenenza alle bande partigiane e possesso di armi. Fucilati il 23 gennaio 1945.
Data 23/01/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, Fondo Sentenze magistratura piemontese, b. Tribunali militari Rsi, Sentenza Tribunale militare regionale di guerra straordinario del 1° Comando militare provinciale, n. 2, 22. 1. 1945 (in copia)
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 53 ss.
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Mesi Ulisse, impiegato ritratto del caduto
Biografia Ulisse Mesi era nato a Gonzaga in provincia di Mantova il 6 agosto 1924, studente, comandante di distaccamento nella 1ª brigata Gap.
Insieme a Orazio Barbero vennero arrestati a Torino il 16 gennaio 1945 da agenti della Questura in servizio di rastrellamento, perché trovati in possesso di pistole. Entrambi erano stati partigiani della 42ª brigata Garibaldi, ed erano rientrati in città tra il settembre e il novembre, entrando a far parte delle squadre cittadine. Vennero processati dal Tribunale militare di guerra straordinario il 22 gennaio e condannati a morte per appartenenza alle bande partigiane e possesso di armi. Fucilati il 23 gennaio 1945.
Data 23/01/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, Fondo Sentenze magistratura piemontese, b. Tribunali militari Rsi, Sentenza Tribunale militare regionale di guerra straordinario del 1° Comando militare provinciale, n. 2, 22. 1. 1945 (in copia)
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 53 ss.
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Moncalero Giovanni, verniciatore ritratto del caduto
Biografia Nato a Cuneo il 19 agosto 1919, residente a Torino in via Roccavione 14, verniciatore, appartenente alla 7ª brigata Sap. Venne arrestato a Torino il 14 gennaio 1945 da agenti della Questura in azione di rastrellamento con altri due sappisti, per essere stati trovati in possesso di pistole. Processati dal Tribunale militare straordinario, Moncalero si assunse le maggiori responsabilità e venne condannato a morte per appartenenza alle bande armate e per la detenzione di armi.
Fu fucilato il 23 gennaio 1945. Gli altri due sappisti vennero condannati a 30 anni di reclusione, essendo minori di 18 anni.
Data 23/01/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, Fondo Sentenze magistratura piemontese, b. Tribunali militari Rsi, Sentenza Tribunale militare regionale di guerra straordinario del 1° Comando militare provinciale, n. 4, 22. 1. 1945 (in copia)
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 53 ss.
F. Ferro, I nostri sappisti, cit., pp. 71 ss.
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Del Col Dino, fotografo ritratto del caduto
Biografia Cibrario e Migliavacca vennero arrestati da agenti della Questura il 15 gennaio 1945, trovati in possesso di armi. Un terzo sappista venne ferito nel corso della sparatoria che precedette l'arresto. In casa di Migliavacca venne scoperto e arrestato Dino Del Col, che aveva disertato dalla divisione San Marco nell'ottobre 1944 per unirsi alla resistenza. Vennero condannati a morte per appartenenza alle bande partigiane e fucilati il 23 gennaio 1945.
Dino Del Col era nato a Fiume Veneto in provincia di Pordenone il 15 luglio 1925, commesso, residente a Torino in via Lanzo 43, partigiano della 9ª brigata Sap. Medaglia di bronzo al valor militare.
Data 23/01/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, Fondo Sentenze magistratura piemontese, b. Tribunali militari Rsi, Sentenza Tribunale militare regionale di guerra straordinario del 1° Comando militare provinciale, n. 3, 22. 1. 1945 (in copia)
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 53 ss.
Seicento giorni nella resistenza, cit., p. 197
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Cibrario Bruno, disegnatore ritratto del caduto
Biografia Bruno Cibrario, nato a Torino il 26 agosto 1923, abitante sin dall'aprile 1936 in via Assisi 8, in borgata Madonna di Campagna, lavorava come disegnatore. Dopo l'8 settembre 1943 entrò nell'organizzazione clandestina cittadina della 9ª brigata Sap. Ricordato anche nella lapide di via Bologna 47.
Data 23/01/1945
Fonti Asct, scheda anagrafica
Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, Fondo Sentenze magistratura piemontese, b. Tribunali militari Rsi, Sentenza Tribunale militare regionale di guerra straordinario del 1° Comando militare provinciale, n. 3, 22. 1. 1945 (in copia)
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 53 ss.
Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza, cit., Vol. I, p. 546
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 79
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Migliavacca Luigi ritratto del caduto
Biografia Luigi Migliavacca, nato a Moasca in provincia di Asti il 2 novembre 1925, residente a Torino in via Stradella 148; apprendista tornitore, era partigiano della 105ª brigata Garibaldi, ed era rientrato in città il 3 gennaio 1945 per operare nelle squadre cittadine.
Data 23/01/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, Fondo Sentenze magistratura piemontese, b. Tribunali militari Rsi, Sentenza Tribunale militare regionale di guerra straordinario del 1° Comando militare provinciale, n. 3, 22. 1. 1945 (in copia)
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 53 ss.
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 202
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Zumaglino Giovanni Battista, carpentiere ritratto del caduto
Biografia Nato a Ivrea in provincia di Torino il 28 agosto 1899, residente a Torino in corso Casale, condannato a morte dal Tribunale straordinario di guerra, partigiano nella 1ª brigata Gap, fucilato il 23 gennaio 1945.
Data 23/01/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 53 ss.
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Martino Enrico, contadino ritratto del caduto
Biografia Nato a Alba in provincia di Cuneo il 25 dicembre 1925, residente a Torino in strada del Cartman 1, appartenente alle Sap del 1° settore, condannato a morte dal Tribunale straordinario di guerra, fucilato il 23 gennaio 1945.
Data 23/01/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 53 ss.
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Viale Lorenzo, ingegnere ritratto del caduto
Biografia Nato a Torino il 25 dicembre 1917, ingegnere alla Fiat, residente in via Leinì 52, partigiano dell'8ª divisione autonoma. Vall'Orco. Veniva arrestato da agenti dell'Ufficio politico investigativo l'8 dicembre 1944, dietro delazione, mentre si trovava al Caffè Baratti. Accusato di appartenenza alle bande partigiane e, in particolare, di aver collaborato, essendo sfollato a Mazzè, con la formazione comandata da Diavolo Rosso, ritenuto autore dell'uccisione del prefetto fascista Manganiello il 14 settembre 1944, venne processato e condannato a morte. Fucilato l'11 febbraio 1945.
Data 11/02/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, Fondo Sentenze magistratura piemontese, b. Tribunali militari Rsi, Sentenza Tribunale militare regionale di guerra straordinario del 1° Comando militare provinciale, n. 7, 8. 2. 1945 (in copia)
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 83 ss.
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 329
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Gindro Alfonso, meccanico ritratto del caduto
Biografia Il 17 gennaio 1945 militi della Gnr avevano arrestato Nello Meneghini, trovato in possesso di armi e sotto falso nome.
Nei giorni seguenti veniva catturata tutta la squadra Gap, composta, oltre che da Meneghini, anche da Rubens Fattorelli, Alfonso Gindro, Giovanni Canepa, e da altri quattro gappisti, tra i quali il fratello di Meneghini. Vennero accusati dell'uccisione dello squadrista delle Brigate nere Argonauta, avvenuta in via Stradella e di analoghe azioni contro ufficiali fascisti in via Breglio e corso Palermo, nonché di attentati contro un deposito di automezzi e alla chiesa di San Filippo, adiacente alla Casa littoria di via Carlo Alberto 10. Il Tribunale militare straordinario li condannò a morte, comminando pene detentive agli altri accusati. Furono fucilati l'11 febbraio 1945.

Alfonso Gindro era nato a Torino il 16 giugno 1923, abitante in via Monterosa 12, partigiano della 2ª brigata Gap, come i suoi compagni.
Data 11/02/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, Fondo Sentenze magistratura piemontese, b. Tribunali militari Rsi, Sentenza Tribunale militare regionale di guerra straordinario del 1° Comando militare provinciale, n. 6, 9. 2. 1945 (in copia)
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 83 ss.
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 146, dove sono riportate le due ultime lettere di Alfonso Gindro alla madre.
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Meneghini Nello, nichelatore ritratto del caduto
Biografia Il 17 gennaio 1945 militi della Gnr avevano arrestato Nello Meneghini, trovato in possesso di armi e sotto falso nome.
Nei giorni seguenti veniva catturata tutta la squadra Gap, composta, oltre che da Meneghini, anche da Rubens Fattorelli, Alfonso Gindro, Giovanni Canepa, e da altri quattro gappisti, tra i quali il fratello di Meneghini. Vennero accusati dell'uccisione dello squadrista delle Brigate nere Argonauta, avvenuta in via Stradella e di analoghe azioni contro ufficiali fascisti in via Breglio e corso Palermo, nonché di attentati contro un deposito di automezzi e alla chiesa di San Filippo, adiacente alla Casa littoria di via Carlo Alberto 10. Il Tribunale militare straordinario li condannò a morte, comminando pene detentive agli altri accusati. Furono fucilati l'11 febbraio 1945.

Nello Meneghini, nato a Este in provincia di Padova il 5 marzo 1920, risiedeva a Torino in via Santhià 4.
Data 11/02/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, Fondo Sentenze magistratura piemontese, b. Tribunali militari Rsi, Sentenza Tribunale militare regionale di guerra straordinario del 1° Comando militare provinciale, n. 6, 9. 2. 1945 (in copia)
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 83 ss.
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 146, dove sono riportate le due ultime lettere di Alfonso Gindro alla madre.
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Canepa Giovanni, motorista ritratto del caduto
Biografia Il 17 gennaio 1945 militi della Gnr avevano arrestato Nello Meneghini, trovato in possesso di armi e sotto falso nome.
Nei giorni seguenti veniva catturata tutta la squadra Gap, composta, oltre che da Meneghini, anche da Rubens Fattorelli, Alfonso Gindro, Giovanni Canepa, e da altri quattro gappisti, tra i quali il fratello di Meneghini. Vennero accusati dell'uccisione dello squadrista delle Brigate nere Argonauta, avvenuta in via Stradella e di analoghe azioni contro ufficiali fascisti in via Breglio e corso Palermo, nonché di attentati contro un deposito di automezzi e alla chiesa di San Filippo, adiacente alla Casa littoria di via Carlo Alberto 10. Il Tribunale militare straordinario li condannò a morte, comminando pene detentive agli altri accusati. Furono fucilati l'11 febbraio 1945.

Giovanni Canepa, nato a Torino il 29 luglio 1920, residente in strada Settimo 65, era stato partigiano nella 19ª brigata Garibaldi.
Data 11/02/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, Fondo Sentenze magistratura piemontese, b. Tribunali militari Rsi, Sentenza Tribunale militare regionale di guerra straordinario del 1° Comando militare provinciale, n. 6, 9. 2. 1945 (in copia)
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 83 ss.
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 146, dove sono riportate le due ultime lettere di Alfonso Gindro alla madre.
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Fattorelli Rubens, meccanico ritratto del caduto
Biografia Il 17 gennaio 1945 militi della Gnr avevano arrestato Nello Meneghini, trovato in possesso di armi e sotto falso nome.
Nei giorni seguenti veniva catturata tutta la squadra Gap, composta, oltre che da Meneghini, anche da Rubens Fattorelli, Alfonso Gindro, Giovanni Canepa, e da altri quattro gappisti, tra i quali il fratello di Meneghini. Vennero accusati dell'uccisione dello squadrista delle Brigate nere Argonauta, avvenuta in via Stradella e di analoghe azioni contro ufficiali fascisti in via Breglio e corso Palermo, nonché di attentati contro un deposito di automezzi e alla chiesa di San Filippo, adiacente alla Casa littoria di via Carlo Alberto 10. Il Tribunale militare straordinario li condannò a morte, comminando pene detentive agli altri accusati. Furono fucilati l'11 febbraio 1945.

Rubens Fattorelli era nato a Torino il 19 agosto 1926; come Gindro aveva appartenuto in precedenza alla 42ª brigata Garibaldi ed era rientrato in città unendosi ai Gap col nome di battaglia Mario. Risiedeva in via San Francesco da Paola 6.
Data 11/02/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, Fondo Sentenze magistratura piemontese, b. Tribunali militari Rsi, Sentenza Tribunale militare regionale di guerra straordinario del 1° Comando militare provinciale, n. 6, 9. 2. 1945 (in copia)
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 83 ss.
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 146, dove sono riportate le due ultime lettere di Alfonso Gindro alla madre.
Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà

Cognome e nome Teagno Alessandro, tenente ritratto del caduto
Biografia Nato a Torino il 17 marzo 1921, perito agronomo. Paracadutista, sottotenente della divisione Folgore, prigioniero di guerra in Tunisia, dopo l'8 settembre entrò in contatto, insieme a Matteo De Bona suo compagno di prigionia, con l'organizzazione clandestina del Pci in Tunisia. Nell'agosto del 1944 venne inviato in missione nell'Italia del Nord e, con De Bona, paracadutato dagli alleati nei pressi di Villafranca Sabauda, come osservatore e radiotelegrafista. Catturati e rinchiusi alle carceri Nuove di Torino, vennero trasferiti al carcere di Verona e poi avviati alla deportazione in Germania. Il 5 novembre riuscirono a fuggire dal campo di transito di Bolzano. Rientrati a Torino e collegatisi con la 6ª brigata Sap, vennero nuovamente arrestati dalle Brigate nere il 5 febbraio 1945, processati dal Tribunale speciale il 2 marzo, condannati a morte e fucilati il 3 marzo. Teagno venne condannato sotto il falso nome di Luciano Lupi.
Data 03/03/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, Fondo Originario, Fondazione Solidarietà Nazionale, scheda n. 211
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 101 ss.;
F. Ferro, I nostri sappisti, cit., pp. 75 ss.
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di ), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 305
"La Fiaccola ardente", 2, n. 10, ottobre 1947, p. 3

Cognome e nome De Bona Matteo, perito agrario ritratto del caduto
Biografia Nato a Belluno il 24 gennaio 1918, residente a Bolzano, fucilato con Teagno il 3 marzo 1945 col falso nome di Carlo Lari.
Data 03/03/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 108-109
P. Malvezzi, G. Pirelli (a cura di), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, cit., p. 92
Aisrp, Fondo Originario, Fondazione Solidarietà Nazionale, scheda n. 1052

Cognome e nome Simonetti Donato, impiegato
Biografia Nato a Mongrando in provincia di Vercelli il 17 dicembre 1924, condannato a morte dal Tribunale speciale, fucilato il 15 marzo 1945.
Data 15/03/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 110 ss.

Cognome e nome Cursot Giuseppe, muratore
Biografia Joseph Cursot, nato a Gressan in provincia di Aosta il 23 novembre 1922, residente a Sommariva Bosco, partigiano della 103ª brigata Garibaldi, condannato a morte dal Tribunale Co.gu., fucilato il 15 aprile 1945.
Data 15/04/1945
Fonti Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese
Aisrp, C 69 b, Elenco detenuti giustiziati al Martinetto
Padre Ruggero, I "miei" condannati a morte, cit., pp. 17 ss.

ultimo aggiornamento 29.01.2008 -